mercoledì 27 luglio 2011

Você

Foi um apertado lugar, ou palavras com sentidos duplos, e olhares disfarçados, ou bem claros, em uma noite meio frio, viajando para o inimaginável, um espetáculo tranquilo, ou rotina de uma vida dedicada.
Foi um olhar atento aos teus passos, um buscar razões para esta atenção, uma espera pela volta, já pensada no apertado.
Foi um misto de frases lançadas como flecha, pensadas e repensadas, já que não podem ferir as que saem da minha boca, por eu ser assim pensador.
Foi a surpresa de uma volta e o projeto tão bem realizado de estar ao teu lado, foram denovo palavras, pensadas e ditas, e foi uma mão que sem pedir permissão acessou o teu desconhecido braço.
Foi um toque, e toda a energia que ele carrega que reacendeu em mim a estranha sensação de encontro, de espera, de concretização.
Foi a continuidade do toque, foi tua testa em meu ombro, tua boca na altura do meu peito, e a minha insistência de toque.
Foi então a magia dos olhares.
Foi o teu olhar que dizia me abraça.
Foi o meu olhar que dizia um será que posso.
Foram os lábios que responderam quase sem parar aos dois corações que nunca fariam isso se não houvesse motivos claros, para uma junção que sempre será lembrada e quem sabe repetida.

Foi tudo isso que fez de mim esperançoso, triste, paciente, esperançoso, paciente e triste...

Foi você e tudo que não sei de ti, que fez surgir cada letra escrita aqui.

mercoledì 29 giugno 2011

Infelizmente...

nàao estou conseguindo carregar o blog... vou tentando... bacio...

lunedì 30 maggio 2011

Il viaggio passo dopo passo

24 Giugno
Venerdì

Partenza:
01h45 San Paolo – 17h35 Barcelona
19h50 Barcelona – 21h20 Milano

25 Giugno
Sabato
Milano

Mercati: Sabato: viale Papiniano, via B. Marcello, piazzale Lagosta, via Fauchè Sabato: Fiera di Senigallia e mercatino delle pulci lungo la Darsena. Viale d'Annunzio, ao longo do cais. Via Torino - Shopping per Teens e Twens Via Torino e' un naturale asse di collegamento tra la Piazza del Duomo e Corso di Porta Ticinese. Nei numerosi negozi si trova soprattutto la moda giovanile ai prezzi più convenienti rispetto al centro storico di Milano.Young fashion a Milano in Via Torino e Corso Buenos Aires
Le 10 cose da vedere assolutamente durante una visita a Milano
Milano è comunemente conosciuta come la capitale economica dell‟Italia. Eppure questa definizione sta un po‟ stretta ad un città che ha molto da offrire sia dal punto di vista culturale che dei divertimenti. L‟immagine di una Milano sempre seria e grigia appartiene a chi non conosce la capitale meneghina, che invece ha tanto da dare ai suoi visitatori. Si potrebbe cominciare dallo spazio verde dal Parco Sempione che fa da cornice al Palazzo Sforzesco, simbolo del potere della Milano ducale del passato. Passando per il conosciutissimo Duomo, capolavoro dell‟architettura gotica, che domina l‟omonima piazza. La galleria Vittorio Emanuele II, uno dei primi esempi di Liberty in Italia, fino ai navigli, che solleticarono persino la fantasia di un genio come Leonardo da Vinci, che ha donato a questa città uno dei suoi più grandi capolavori: il cenacolo, dipinto nel refettorio di Santa Maria delle Grazie. La zona di San Babila con la bella chiesa in stile neo-romanico, oggi fulcro della Milano città della moda e del polo del lusso. Insomma, le cose da fare e vedere in questa città, non sono certo poche. Ed è per questo che vogliamo consigliarvi dieci cose che dovete assolutamente fare e vedere durante una visita a Milano.

Il Duomo di Milano
Cosa può essere più rappresentativo di Milano se non il Duomo? La chiesa dedicata a Santa Maria Nascente, costruita per volere di Gian Galeazzo Visconti, è il simbolo della città. I lavori per il Duomo di Milano cominciarono nel 1386 e favorirono la nascita di un monumento stupendo, dotato di meravigliose vetrate e di bellissime decorazioni scolpite. Questa maestosa struttura è la testimonianza più significativa di architettura gotica, che non lascia spazio ad alcun dubbio: è l‟unica in cui si fondono caratteri nordici ed elementi lombardi. La bellezza del Duomo è completata dalla guglia maggiore dove troneggia la celebre Madonnina, statua di rame dorato, alta ben 4 metri. Se visiterete la chiesa in una bella giornata di sole, potrete godere dalla terrazze una meravigliosa vista sulla città e sulle Alpi. All‟interno non dovete perdere la zona del presbiterio, messa a nuovo nella seconda metà del 500. All‟apice della volta absidale è situata la reliquia del Sacro Chiodo della Croce. Giusto per dare un po‟ di numeri sappiate che: nel Duomo ci sono 3.500 statue, compresi i 96 giganti dei
doccioni, e che la struttura è lunga 157 metri, larga 92 metri e che la guglia è alta 108, 50 metri.
Quando: 7:00 - 19:00

I Navigli di Milano
L‟affascinate storia dei Navigli comincia nella seconda metà del XII secolo, con la costruzione del primo tratto navigabile. Il primo canale, il Ticinello, venne inaugurato nel 1179, e con i suoi ben 50 chilometri di lunghezza, diede il via all‟edificazione del Naviglio grande. Per la realizzazione dei Navigli furono messi all‟opera importanti ingegneri e ancora oggi è possibile apprezzare il geniale sistema di chiuse concepito da Leonardo da Vinci verso la fine del Quattrocento: pensate era il lontano 1482 quando Ludovico il Moro affidò a Leonardo il compito di progettare un sistema per consentire la navigazione dal lago di Como fino a Milano. Nel corso degli anni i Navigli furono molto trascurati e nel 1977 lo Stato consegnò la gestione del Naviglio della Martesana alla Regione, che nel 1980 avviò un progetto di rivalorizzazione della zona. I Navigli un tempo erano molto popolari ed erano il ritrovo di negozietti e mercatini. Attualmente questa è diventata una zona molto esclusiva, dove modelle, artisti, rampolli e giovani universitari, vagano da un bar all‟altro scambiando quattro chiacchiere. Ma l‟atmosfera che si respira ai Navigli è davvero molto particolare, forse perché accanto ai locali “in” sopravvivono ancora le modeste botteghe artigianali, o forse perché i cortili delle case si colorano di tinte vivaci e intense con il calar del sole: quello che è certo è che ovunque si posi il vostro occhio, c‟è qualcosa di bello ed emozionante da ammirare.

Il Castello Sforzesco di Milano
I milanesi sono legati al Castello Sforzesco da un sentimento di amore e odio a causa delle turbolente vicissitudini che lo hanno reso così celebre. Per secoli il Castello Sfrozesco è stato il protagonista di penosi eventi e per i milanesi divenne l‟insopportabile emblema del potere repressivo praticato dai Signori di Milano o dai conquistatori stranieri. Finalmente nel Novecento il Castello cambiò volto e assunse l‟aspetto confortante di un luogo di cultura, impiegato per tutelare le testimonianze dell‟arte lombarda. Il nome del Castello fa riferimento al condottiero italiano e duca di Milano, Francesco Sforza che nel 1450 volle riedificare l‟intera struttura. Le origini del
Castello però sono ancora più lontane: fu eretto nella seconda metà del Trecento per volere di Galeazzo II Visconti, signore di Milano. Attualmente il Castello Sforzesco è ricco di musei: al piano terreno della Corte Ducale c‟è il Museo d‟Arte Antica, al primo piano la raccolta dei mobili e la pinacoteca, al primo e secondo piano della Rocchetta ci sono le raccolte d‟Arte Applicata e il Museo degli Strumenti Musicali, nel sotterraneo della Corte Ducale ci sono il Museo della Preistoria e Protostoria e il Museo Egizio.
Quando: lun – dom 7:00 – 18:00 orario invernale, 7:00 – 19:00 orario estivo L‟ingresso al Castello è gratuito Come: metropolitana MM1 fermate Cadorna e Cairoli, MM2 fermate Cadorna e Lanza. Bus: 43, 50, 57, 58, 61, 70, 94. Tram: 1, 3, 4, 12, 14, 20, 27.
Musei del Castello: mar – dom 9:00 – 17:30 Mai: il lunedì, il 25 dicembre, il 1° gennaio e il 1° maggio Quanto: intero € 3, ridotto € 1, 50

La Pinacoteca di Brera a Milano
Il Palazzo di Brera è stato eretto su un antico convento trecentesco del gruppo degli Umiliati e in seguito fu concesso ai gesuiti, che vi fondarono una scuola. Soltanto agli inizi del Seicento il Palazzo acquisì un aspetto sobrio e maestoso, grazie all‟opera di Francesco Maria Ricchini. Nel 1773, dopo la rottura dell‟ordine dei Gesuiti, il Collegio di Brera divenne proprietà dello Stato e si trasformò nella sede di alcuni dei più importanti istituti culturali della città per volere dell‟Imperatrice Maria Teresa d‟Austria. Uno dei più illustri protagonisti del Neoclassicismo in Italia, Giuseppe Piermarini, si occupò della collocazione della biblioteca, dell‟imponente portale di ingresso su via Brera e dell‟ultimazione del cortile, al cui centro spicca la statua di Napoleone in veste di Marte pacificatore. Durante tutto il XIX secolo cortili, logge, corridoi e atri furono predisposti per accogliere monumenti che glorificassero pubblicamente benefattori, artisti, uomini di scienza e cultura legati alla storia di Brera. La Pinacoteca di Brera nacque nel 1776 e doveva essere una collezione di opere significative destinate alla formazione degli studenti ma, quando Milano fu proclamata capitale del Regno Italico, diventò un museo ricco di quadri provenienti da tutti i territori acquisiti dalle armate francesi. La Pinacoteca di Brera si differenzia quindi dagli altri prestigiosi musei italiani, come gli Uffizi per esempio, perché
non ha origine dal collezionismo privato dell‟aristocrazia e dei principi, ma da quello di stato e politico. Il patrimonio della Pinacoteca crebbe sempre di più fino agli anni Settanta, in cui si arricchì di alcune collezioni di sorprendente bellezza degli artisti più importanti del primo Novecento, come Modigliani, Morandi, Carrà e Braque.
Quando: mar - dom 8:30 – 19:15 Mai: lunedì, 1° gennaio, 1° maggio e 25 dicembre Quanto: intero € 10, ridotto € 7, 50 Come: metropolitana linea 2 fermata Lanza, linea 3 fermata Montenapoleone. Tram: 1-4-8-12-14-27. Bus: 61, 97

La Galleria Vittorio Emanuele II di Milano
La famosa Galleria Vittorio Emanuele II, il cosiddetto salotto di Milano, fu costruita perché nella prima metà del XIX secolo la città guardava con invidia le evoluzioni urbanistiche delle grandi capitali europee e desiderava esserne all‟altezza. Nel 1859 l‟idea di un passaggio coperto che mettesse in comunicazione Piazza Duomo e Piazza della Scala si fece sempre più concreta e così fu indetto un concorso internazionale per valutare le proposte di diversi architetti. Ben 176 architetti proposero le loro idee e fra tutte spiccò quella di Giuseppe Mengoni, che pensò ad una lunga galleria attraversata da un braccio, con un‟ampia sala ottagonale al centro dell‟incrocio. Nel 1865 cominciarono i lavori con la sistemazione della prima pietra direttamente da parte di re Vittorio Emanuele II di Savoia, e due anni dopo la Galleria venne inaugurata anche se ancora incompleta e senza la presenza del re. Ma la costruzione della Galleria Vittorio Emanuele II ha un epilogo tragico: il suo ideatore, Giuseppe Mengoni, morì proprio durante un‟ispezione della sua “creatura”. Molti non pensarono ad un incidente casuale, ma ad un vero e proprio suicidio dovuto alle numerose critiche rivolte alla sua opera e alla delusione causata dall‟assenza del re all‟inaugurazione: nessuno poteva immaginare che il re era in pessime condizioni di salute e che sarebbe morto solo pochi giorni dopo. La Galleria attualmente è ricca di negozi in cui fare shopping e bar in cui sostare per un buon caffé.

Cosa mangiare a Milano
Come per tutte le città italiane, anche Milano vanta una sua tradizione culinaria. Il vero re della cucina
milanese è il burro, usato nella maggior parte dei piatti, dal risotto, alla cotoletta alla milanese, fino al panettone. Per iniziare con i piatti della tradizione, il più conosciuto è sicuramente il risotto alla milanese, fatto con lo zafferano. Quello tradizionale prevede l‟uso del midollo di bue, ma attualmente non sono in molti a cucinarlo in questo modo. Un altro primo piatto tipicamente milanese è la “busecca” (da cui il soprannome di “busecconi”), fatto con trippa cotta in umido. Tra i secondi, il più conosciuto ed apprezzato è la cotoletta alla milanese, che secondo la tradizione è fatta con carne di vitello, alta almeno un dito, e fritta nel burro, anche se oggi si preferisce il più sano e meno grasso olio d‟oliva o di semi. La “cassoeula” invece è un piatto molto ricco, fatto con verze e le parti “povere” del maiale come le cotenna, la testa, le costine e i piedini. Passando invece ai dolci, hanno origine nella capitale meneghina il panettone e la colomba. I latticini sono invece tra i prodotti tipici della zona: lo stracchino, il mascarpone, il grana di Lodi e, ovviamente, il gorgonzola.

Uscire la sera a Milano
La vita notturna di Milano, che si articola fra i suoi locali di tendenza e le discoteche esclusive, è molto mondana e spesso anche decisamente trasgressiva. Le zone del divertimento più note, dove bar e disco night sono aperti fino al mattino, sono: le Colonne di San Lorenzo, il Ticinese, i Navigli e Garibaldi. Lungo le Colonne di San Lorenzo i giovani passeggiano e si fermano a chiacchierare sui gradini e le panchine che circondano la chiesa di San Lorenzo. In zona Garibaldi ci sono le celebri discoteche Casablanca e Hollywood, frequentate da modelle, veline e letterine della tv. D‟estate la movida si condensa principalmente nella zona dell‟idroscalo, dove ci sono molte discoteche alla moda: unica pecca le zanzare! Chi invece vuole trascorrere una serata più tranquilla, all‟insegna di un aperitivo o un cocktail in compagnia di qualche amico, deve recarsi ai Navigli: stradine molto suggestivi, ricche di bar in cui intrattenersi piacevolmente, oppure nella zona di Via Tortona, recentemente rivalutata, piena di locali dove fare l‟aperitivo e cocktail bar. Unico consiglio che vogliamo darvi è questo: Milano è molto trafficata, se non volete rischiare di passare la serata nel traffico, o peggio, cercando parcheggio spostatevi con la metropolitana, i tram o gli autobus.

Cosa comprare a Milano
Milano e moda sono un binomio praticamente
indissolubile e non sarà certamente un problema per gli amanti dello shopping trovare negozi e boutique in cui spendere i loro soldi. Pensate che via Montenapoleone è il cuore del Quadrilatero della Moda di Milano ed è considerata una delle quindici strade più lussuose e costose del mondo. In questo grande labirinto di strade, fra via del Gesù, via S. Andrea, via Spiga, via Borgospesso e naturalemte via Montenapoleone, si trovano i negozi dei più importanti e rinomati stilisti italiani ed internazionali: vestiti meravigliosi, stoffe pregiate, borse e scarpe all‟ultima moda, gioiellerie e show room di arredamento e design. Per delle compere meno pretenziose ma comunque di un certo livello, potrete dirigervi verso Corso Vittorio Emanuele dove troverete molti negozi di accessori e abbigliamento. Se siete stanchi e volete concedervi una pausa, fermatevi in uno dei bar o dei caffé della Galleria Vittorio Emanuele.

26 Giugno
Domenica
Milano
Partenza per:
Sirmione

Il viaggio passo dopo passo

27 Giugno
Lunedì
Verona

Le 10 cose da vedere assolutamente durante una visita a Verona
Non si può pensare a Verona se non come allo scenario tragico della vicenda d’amore di Romeo e Giulietta. Il dramma di Shakspeare ha certamente fatto la fortuna di Verona: una buona parte dell‟economia della città si basa su questo “turismo romantico”,
che trova la sua degna conclusione sotto al famoso balcone di Giulietta. Eppure identificare Verona come la città di Romeo e Giulietta ha nascosto altre bellezze di questa città, non a caso definita la “Porta d’Italia”, perché anticipa a chi proviene da nord, il volto, la bellezza, la sostanza del nostro Paese. Un concentrato di testimonianze artistiche, storiche e culturali immerse nella suggestiva atmosfera di vicoli e piazze completata dai sapori della cucina tradizionale e territoriale. Se vi piace guardare oltre il famoso balconcino, vi proponiamo un percorso tra luoghi famosi, sapori tipici e piacevoli intrattenimenti per lasciarvi sedurre da una città il cui fascino potrà lasciarvi il desiderio di tornarci.

L'Arena di Verona
L’Anfiteatro Romano, meglio conosciuto con il nome di “Arena”, è, insieme a Romeo e Giulietta, il simbolo che rende famosa Verona in tutto il mondo. Probabilmente costruita intorno al I secolo, l‟Arena, come tutti gli Anfiteatri, ospitava gli spettacoli dei gladiatori. Una struttura solida ed imponente con l‟esterno rivestito di mattoni e pietra veronese che creano uno scintillante effetto cromatico; mentre l‟interno, con il movimento concentrico delle gradinate, incute negli spettatori un singolare effetto di maestosità. Grandioso palcoscenico di importanti rappresentazioni musicali, l’Arena continua a preservare la sua millenaria funzione.
Quando: da martedì a domenica dalle ore 9.00 alle ore 19.00. Nei giorni di rappresentazione, durante la stagione lirica, dalle ore 9.00 alle ore 15.30 Mai: il lunedì Come: a piedi dal centro storico, l‟Arena è in Piazza Bra.

La Casa di Giulietta a Verona
Verona è il teatro dove si è consumata la tragica vicenda amorosa di Romeo e Giulietta, resa immortale dalla penna di William Shakespeare. In un edificio del XIII secolo situato nel centro storico, i Veronesi hanno riconosciuto la casa dei Capuleti: la leggenda si lega alla realtà, trovando in essa dei punti di riferimento. Una splendida facciata ricoperta di mattoni con un portale in stile gotico conduce i visitatori verso l‟interno: nel cortile è visibile una statua in bronzo di Giulietta ed il celeberrimo balcone che ha visto nascere l‟amore tra i due giovani. La casa di Giulietta è una tappa
obbligata per chi vuol rivivere la devastante potenza di quell’amore contrastato.
Quando: da martedì a domenica dalle ore 8.30 alle ore 19.30. Lunedì dalle ore 13.30 alle ore 19.30 Quanto: Intero 6 euro; Ridotto 4,50 euro Come: la casa di Giulietta è nel centro storico, in Via Cappello n° 23

Il Duomo di Verona
In una piccola ma deliziosa piazza, tra particolari ed armoniosi edifici, si innalza il Duomo di Verona (Cattedrale di Santa Maria Matricolare). La Cattedrale è sorta sui resti di due chiese paleocristiane e, sebbene sia stata consacrata nel 1187, è stata sottoposta a continue opere di rinnovamento per molto tempo. La facciata è il frutto di una sovrapposizione di gotico e romanico, con un bellissimo portico a due arcate che introduce all‟interno dove alti pilastri in marmo rosso di Verona dividono le tre navate. Alla realizzazione delle rinascimentali opere scultoree e pittoriche hanno contribuito molti artisti veronesi.
Quando: da novembre a febbraio: dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 13.30 alle 16.00 nei giorni feriali, dalle 13.00 alle 17.00 nei giorni festivi. Da marzo ad ottobre: dalle 10.00 alle 17.30 nei giorni feriali, dalle 13.00 alle 17.30 nei giorni festivi.

La Chiesa di San Zeno Maggiore a Verona
La leggenda narra che durante l‟inondazione dell‟Adige nel 589, l‟acqua si bloccò sulla soglia di questa Chiesa risparmiando i fedeli. La Chiesa di San Zeno Maggiore è uno dei più grandi esempi dell’architettura romanica in Italia e l’attuale aspetto pare risalga al XII secolo. Oltre a custodire il corpo del Santo, la Chiesa è ricca di sculture e pitture dal XII al XVI secolo, tra queste un‟attenzione particolare va *alla Pala di San Zeno di Andrea Mantegna, primo esempio di “sacra conversazione”. La Pala venne posta sull‟altare di San Zeno il 31 luglio del 1459 e da allora continua ad allietare i visitatori.
Quando: dalle 10.00 alle 18.00 dei giorni feriali, dalle 13.00 alle 18.00 dei giorni festivi

Piazza delle Erbe a Verona
Un colorato mercato di frutta e verdura con la
sua schiera di ombrelloni, circondato da edifici e monumenti storici è la caratteristica principale di Piazza delle Erbe: la piazza più antica di Verona, dove gli edifici medievali, pian piano, hanno preso il posto di quelli romani. È il luogo dove meglio si può cogliere il lato più popolare e vivace della città, senza rinunciare all‟aspetto culturale della vostra vacanza. Durante il mercato, il sabato e la domenica, è il salotto della città, dove i veronesi si incontrano per far la spesa o per il rito dell‟aperitivo serale. Un giro in Piazza delle Erbe vi permetterà, anche, di conoscere i monumenti che l’abbelliscono e che hanno segnato la storia di Verona. Tra questi, la fontana denominata “Madonna Verona” è il più antico. Altro monumento storico della Piazza è il Capitello, detto anche Tribuna ed erroneamente Berlina. Esisteva già nel XIII secolo, quando sotto di esso sedevano i podestà per la cerimonia dell‟insediamento e o i pretori prima del loro insediamento.

Castelvecchio e Ponte Scaligero a Verona
Il Castelvecchio ed il suo splendido ponte fortificato rappresentano un monumento militare della Signoria Scaligera. Cangrande II della Scala volle la costruzione del Castello per assicurasi una fortezza non contro pericoli esterni, ma contro possibili sollevamenti della popolazione in seguito alle lotte interne alla famiglia Scaligera. Il ponte, invece, proiettava il Castello al di là del fiume: assicurava una via di fuga verso la campagna. Costituito da tre arcate, il ponte è sopravvissuto a cinque secoli di storia, fino a quando i tedeschi lo distrussero nel 1945. Nel 1951 il ponte è ritornato al suo splendore originario, mentre il Castello è oggi sede del Museo Civico.
Quando: dal martedì alla domenica dalle ore 8.30 alle ore 19.30. Il lunedì dalle ore 13.45 alle ore 19.30 Quanto: Intero 6 euro; Ridotto 4 euro Come: con i bus n° 21, 22, 23, 24, 31, 32, 33, 41, 61, e 62, fermata Corso Cavour

Uscire la sera a Verona
Sicuramente Verona non è nota per le sue notti sfrenate, ma se non avete voglia di chiudervi in albergo, troverete di certo numerosi spunti per trascorrere le vostre serate. La vita notturna veronese si concentra nei bar e nelle trattorie delle piazze principali, Piazza delle Erbe è la più gettonata, e nella piacevole zona del
Lungofiume. Se trovate un giro in centro troppo noioso e siete alla ricerca di qualcosa di più frizzante, allora potrete optare per una delle discoteche della città e trascorrere la serata all’insegna di musica, drink e buona compagnia, o fermarvi in uno tanti localini della zona ad ascoltare musica dal vivo.

La Gastronomia di Verona
La gloriosa tradizione culinaria veronese viene oggi continuata dai ristoranti e dalle trattorie che offrono ai clienti i piatti tipici. Non solo riso e polenta, ma a Verona potrete gustare la “peperita”, manzo bollito con una salsa pepata al formaggio, la “pastisada de caval”, stufato di carne equina, o le “paparele”, tagliatelle con piselli e fagioli. Non va dimenticato che Verona è poi la prima provincia italiana per la produzione di vini D.O.C., quindi non fatevi mancare a tavola un piacevole Bardolino o un gustoso Valpolicella. I più golosi, poi, non potranno rinunciare alle prelibate specialità: dallo storico pandoro al tradizionale “nadalin”, dolce natalizio a forma di stella a cinque punte.

Cosa comprare a Verona
Per fare acquisti le vie del centro storico sono sicuramente le più indicate: ai turisti viene offerta un’ampia scelta di scarpe e di prodotti in cuoio, per la cui produzione Verona e la sua provincia sono famose. Un‟ampia offerta anche di capi d‟abbigliamento, si può comprare nelle boutique, nei negozi tradizionali o nelle fabbriche che vendono direttamente ai consumatori. Famosi, poi, i mercatini di Verona: il mercatino giornaliero di Piazza delle Erbe è ormai un’icona della città mentre gli appassionati dell’antiquariato non possono perdere il mercato di Piazza Zeno che però si tiene solo il terzo sabato di ogni mese.

Partenza per:
Venezia

Le 10 cose da vedere assolutamente durante una visita a Venezia
Avvolta com’è da dalla foschia provocata dall’umidità e sommersa dai turisti provenienti da ogni parte del mondo, Venezia sembra quasi che non esista e che faccia parte solo dei nostri sogni. Eppure questa meravigliosa città non è solo la protagonista di molte cartoline e di qualche film, ma esiste realmente con i suoi ponti e i suoi gondolieri. Anzi Venezia lotta per resistere all‟andamento delle maree che talvolta raggiungono dei livelli talmente alti che sembra vogliano rapirla e portarla sul fondo del mare per custodirla gelosamente. Venezia non è più solo una città ambita dagli sposi in viaggio di nozze e da coppie in cerca di romanticismo, ma è meta affollatissima e richiestissima da qualsiasi tipo di turista. E allora perdetevi pure tra i suoi sentieri caratteristici, Piazza San Marco, il Ponte di Rialto e quello dei Sospiri, per cogliere la vera e misteriosa essenza di questa città. Vi consigliamo 10 cose che non potete assolutamente perdere a Venezia per entrare a pieno nello spirito e nelle atmosfere di questa incantevole città.

Piazza San Marco a Venezia
Piazza San Marco è il primo posto che viene in mente a tutti quando si parla di Venezia. Il grande piazzale su cui sorge la Basilica, con la pavimentazione nascosta da migliaia di grossi piccioni che attendono, non proprio pazientemente, i turisti lanciatori di molliche e semi, è forse l‟immagine più famosa di Venezia. Prima dell’arrivo delle reliquie di San Marco e della conseguente costruzione della Basilica, quest’area era semplicemente un grande orto, attraversato dal rio Batario, poi interrato per volere del Doge Vitale II Michiel. Oggi Piazza San Marco è l’unico spazio ampio di Venezia denominato “piazza”, tutte le altre zone con questa caratteristica vengono chiamate “campi”. E’ diventata l’immancabile meta di tutti i turisti di Venezia che fanno a gara per farsi fotografare mentre stormi di piccioni sporchi e obesi, li assalgono per portar via dalle loro mani ogni più piccola briciola di cibo. Piazza San Marco, che negli anni della Repubblica ospitava fiere, tornei, processione, e la caccia ai tori, oggi è circondata da bar molto costosi, dove ci si può accomodare ed assistere in diretta al remake de “Gli uccelli”di Hitchcock, con l‟eccezione che le “vittime” dei pennuti sorridono, visibilmente felici.

Palazzo Ducale a Venezia
A questo palazzo i veneziani tengono molto perché è il custode della loro storia e il protagonista di molti avvenimenti importanti per la città di Venezia. Palazzo Ducale era esattamente dov’è adesso durante il periodo della Repubblica, ha superato le successive dominazioni ed era sempre in piedi quando Venezia è stata annessa allo Stato italiano. Presenza costante e fedele della città di Venezia, lo stile del Palazzo Ducale ha subito molte variazione, dettate dalla lunga serie di terribili incendi che ne hanno determinato, negli anni, significativi cambiamenti. L’importanza politica del Palazzo, che ha accolto i Dogi della storia della Repubblica di Venezia, fu sottolineata anche da Napoleone Bonaparte quando, nel 1797 lo rese il centro della sua amministrazione, dopo aver conquistato la città. L’importanza storica del Palazzo Ducale di Venezia è testimoniata anche dall’ingente somma versata dalle casse del neonato Stato italiano, in favore di una ristrutturazione totale della costruzione. Nonostante il bilancio pesantemente passivo dell‟Italia unificata, che si era accollata i debiti di tutti gli Stati confluiti sotto il tricolore, non si badò a spese per dare ad uno dei più importanti simboli di Venezia, una nuova veste.
Informazioni per la visita a Palazzo Ducale Quando: dal 22 marzo al 2 novembre dalle 9 alle 19 (biglietteria 9-18), dal 3 novembre al 21 marzo dalle 9 alle 17 (biglietteria 9-16). Quanto: Con la San Marco Museum Plus si acquista l‟ingresso per tutti i Musei di Piazza San Marco (Palazzo Ducale, Museo Correr, Museo Archeologico Nazionale, Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana) più uno a scelta degli altri appartenenti ai Musei Civici Veneziani al prezzo di 13 € per il biglietto intero, e 7,50 € per il ridotto.

Canal Grande di Venezia
I veneziani lo chiamano *Canalazzo ma non è un nome dispregiativo, è soltanto il loro modo di identificare il Canal Grande. Il Canal Grande attraversa Venezia per ben 4 chilometri dividendo in due parti il centro storico della città. Ben più antico della stessa città, il Canale ha una forma di S al contrario e in alcuni punti raggiunge anche i 5 metri di profondità. La sua ampiezza varia in base alle zone della città, ci sono dei luoghi in cui è largo ben 70 metri. Se volete osservare ed ammirare la città da un punto di vista diverso, partecipate al tour sul Canal Grande, che parte
dalla stazione ferroviaria di Santa Lucia fino a Piazza San Marco per offrivi uno scenario meraviglioso. I palazzi che si affacciano sul Canal Grande sono tutti rivolti verso il corso d‟acqua, e durante il tour sembrano fare a gare per catturare l‟attenzione dei turisti. Osservando la bellezza dei palazzi, l‟armonia delle costruzione e gli stretti vicoli che si intravedono mentre il battello procede lentamente verso Piazza San Marco, potrete capire perché Venezia è, da sempre, una delle città più amate del mondo.

I ponti di Venezia
Non è facile contarli uno ad uno, perché i ponti di Venezia sono ben 354! La città lagunare ha un rapporto morboso con i suoi ponti perché ne ha disperatamente bisogno per collegare diverse zone fra loro e rendere gli spostamenti un po‟ più agevoli. I veneziani hanno saputo trasformare un’esigenza in una nota distintiva della città: Venezia è caratteristica proprio per tutte queste “mezze lune” che si incontrano lungo i canali. Il più celebre, forse, è quello dei “Sospiri”, ma non tutti sanno che il suo nome non deriva dai languidi sospiri degli innamorati che vi passano sotto, giurandosi amore eterno. Pare che i sospiri che danno il nome al ponte, siano quelli dei condannati che venivano condotti nelle vicine carceri e, guardando per l‟ultima volta la città, si lasciano assalire dallo sconforto. Il più recente ponte di Venezia, lo spettacolare Ponte della Costituzione, è stato ideato e costruito dal grande architetto spagnolo Santiago Calatrava. Il Ponte, commissionato nel 1997, dopo una gestazione da elefante dovuta ad errori di progettazione e dubbi sulla sua stabilità, è stato aperto al pubblico nel 2008 e soltanto un anno dopo, ha avuto la definitiva approvazione tecnica.

Museo Peggy Guggenheim a Venezia
Museo Correr a Venezia

Cosa mangiare a Venezia
Nella gastronomia della laguna la bontà dei piatti iniziadagli antipasti, che sono sicuramente il pezzo forte del menù. I banconi dei “bacari”, ovvero le osterie, sono un vero trionfo per gli occhi e per il palato perché sono colmi di “cicchetti”, i tipici antipasti veneziani da assaporare con un “ombra de vin”. Non vi resta che scegliere quello che preferite tra verdure e chele di granchio fritte, soppressa con polenta o mezzo uovo con acciughe.
Per i primi piatti, invece, una delle portate più tipiche del menù è sicuramente il celeberrimo risi e bisi, altrove conosciuto come risotto con i piselli, che veniva mangiato dai Dogi il 25 aprile, in onore del Santo patrono della città. Molto buoni anche gli spaghetti con le vongole, o cucinati con il nero di seppia, con pesce rigorosamente locale. Da queste parti poi, gode di una misteriosa venerazione la pasta e fagioli, piatto immancabile sia nelle case che nelle osterie di tutta Venezia. Per concludere il vostro pranzo lagunare non vi resta che scegliere un secondo: imperdibile, solo per stomaci forti, il fegato alla veneziana, che ha la sua caratteristica nella grande quantità di cipolla con cui è condito, accompagnato da un assaggio di “castrature”, i carciofi tipici coltivati nelle isole della Laguna.

Shopping a Venezia
Passeggiando per le stradine e i vicoli di Venezia potrete fare acquisti sia in boutique lussuose e molto eleganti, che curiosare nei caratteristici negozietti di souvenir dove farvi ispirare per acquistare regali e gadget da portare ad amici e parenti. Gli amanti delle griffe potranno dirigersi verso Piazza San Marco, dove troveranno i negozi degli stilisti italiani più importanti come Fendi, Dolce & Gabbana, Prada, Giorgio Armani, Valentino, Versace e Missoni. La città dei Dogi inoltre è ricca di gioiellerie molto prestigiose, che mettono in mostra bellissime opere firmate Bulgari, Damiani, Cartier e Pomellato. Nonostante sia una città molto aristocratica Venezia è anche piena di caratteristiche botteghe di antiquari ed artigiani che espongono finissimi e pregiati tessuti, capi di abbigliamento più unici che rari e le famose maschere di ceramica, utilizzate per il carnevale. Se siete amanti degli oggetti tipici, non potete tornare a casa senza almeno un cappello di carnevale in velluto e le furlane, quelle ridicole pantofoline originariamente utilizzate come calzature “da lavoro” dai gondolieri di Venezia. Non potete andare a Venezia e visitare, anche solo di passaggio le isole di Burano e Murano, dove potrete trovare merletti rifiniti e meravigliosi oggetti in vetro soffiato.

Partenza per:
Ravenna

Il viaggio passo dopo passo

28 Giugno
Martedì
Ravenna

Le 10 cose da vedere assolutamente durante una visita a Ravenna

Il Planetario di Ravenna
Il Planetario non è uno dei monumenti più conosciuti di Ravenna, ma è certamente una delle cose da non perdere durante una visita in città. Se vi attira ammirare stelle, pianeti e sistema solare, il Planetario di Ravenna è il posto giusto. Sopra una sala con 56 posti a sedere c‟è una cupola di 8 metri di diametro su cui viene proiettata l’immagine artificiale della volta celeste, così come si dovrebbe vedere ad occhio nudo (se non ci fossero inquinamento da luci e da smog). Si spengono le luci e appaiano davanti a vostri occhi, a pochi metri, 3.000 stelle suddivise nei due emisferi: dalla stella Polare alle Nubi di Magellano, dalla costellazione di Cassiopea a quella della Croce del Sud. Un sistema automatico permette di comandare e velocizzare i movimenti degli astri, riproducendo l‟alternarsi del giorno e della notte e osservare tutti i pianeti del nostro sistema mentre percorrono i loro movimenti lungo le orbite attorno al sole. All‟esterno dell‟edificio c‟è un grande orologio solare con un quadrante e due meridiane e un Cerchio di Ipparco che permette di conoscere il momento dell‟equinozio.
Come: nei giardini pubblici a 300 metri dalla stazione. Con l‟auto o l‟autobus N. 4. Quando: tutti i martedi alle 21.00. Per appuntamento Telefono: 0544 62534 Quanto: Euro 5.00.
Ravenna si può definire con certezza un tesoro sconosciuto alla maggioranza degli italiani. Oscurata dalle più famose città d‟arte italiane (Firenze, Roma, Venezia, Napoli) è in realtà una cittadina straordinaria che attira turisti e appassionati d‟arte da tutto il mondo. Pochi sanno che è stata per tre volte, capitale di tre imperi: dell’Impero Romano d’Occidente, di Teodorico Re dei Goti, dell’Impero di Bisanzio in Europa. Questo passato è testimoniato dalle basiliche e dai battisteri di Ravenna, dove si conserva il più ricco patrimonio di mosaici dell’umanità risalente al V e VI secolo. Pochi sanno anche che *Ravenna ha otto monumenti inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO e che le spoglie di Dante sono conservate qui, e non a Firenze. Si mangia straordinariamente bene (siamo sempre in Romagna) e d‟estate ci sono 35 chilometri di costa tra cui scegliere per farsi un bagno. Per chi ama la natura, a pochi chilometri c‟è il Delta del Po e le Valli di Comacchio, oltre alle pinete di Classe e San Vitale e l‟oasi di Punte Alberete. Insomma, se anche voi eravate tra quelli che non conoscevano Ravenna, ora non avete più scuse. Scoprite con noi le 10 cose da vedere e fare assolutamente durante una visita a Ravenna.

Il Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna
Avvicinandosi al Mausoleo di Galla Placidia non si immagina che la semplicità dell‟esterno nasconda in pochi metri quadrati così splendidi mosaici, i più antichi di Ravenna. Non esageriamo se affermiamo che l’atmosfera del Mausoleo è magica. Fu l‟imperatore Onorio (che trasferì nel 402 la capitale dell‟ impero d‟occidente da Milano a Ravenna) a volere questo mausoleo per dedicarlo alla sorella Galla Placidia. Il tema dei mosaici, infatti, è la vittoria della vita sulla morte, in accordo con la destinazione funeraria dell’edificio. Ma è il cielo stellato riprodotto sulla volta a colpire più di tutto la fantasia dei visitatori e a restare impresso per sempre negli occhi. Pare che la stessa cosa sia accaduta a Cole Porter, che andò a Ravenna in viaggio di nozze alla fine degli anni „20. La storia racconta che fu proprio il cielo stellato del mausoleo a ispirargli la famosissima Night and Day.
Dove: a piedi dal centro di Ravenna Quando: tutti i giorni dalle 9 alle 19. Mai: 25 dicembre Quanto: Euro 8.50 (biglietto cumulativo comprensivo di: S.Apollinare Nuovo, Battistero Neoniano, San Vitale, Mausoleo di Galla Placidia)

La Basilica di San Vitale a Ravenna
Questo tempio a forma ottagonale ((l‟otto era simbolo di Resurrezione perché era sette, il tempo, più uno, Dio) è fra i monumenti più importanti dell’arte paleocristiana in Italia. Non solo per lo splendore dei suoi mosaici ma per la completa adesione ai canoni dell‟arte orientale: non ci sono navate ma solo un nucleo centrale a pianta ottagonale sormontato da una cupola affrescata.
Se riuscite a staccare gli occhi dai mosaici, soprattutto dal volto di Teodora, noterete a terra una serie di cerchi concentrici con delle frecce: è un labirinto, come si trovano in molte chiese cristiane. Simboleggia il percorso di uscita dal peccato verso la purificazione. Se volete provare a uscire dal labirinto, vi diamo un piccolo aiuto: si parte dal centro, il resto scopritelo voi.
Come: a piedi dal centro di Ravenna Quando: tutti i giorni dalle 9.00 – 19.00. Chiusura biglietteria ore 18.45. Mai: il 25/12 Quanto: Euro 8.50 (biglietto cumulativo comprendente: S.Apollinare Nuovo, Battistero Neoniano, San Vitale, Mausoleo di Galla Placidia)
La Basilica di Sant'Apollinare in Classe a Ravenna
Tra le basiliche di Ravenna è quella più imponenete e maestosa. I mosaici sfidano per bellezza quelli delle altre chiese della città e ritraggono Cristo circondato dai quattro evangelisti, mentre le pecore simboleggiano gli apostoli. Il volto di Gesù compare al centro della Croce, in un tondo decorato con 99 stelle. Tutta la rappresentazione si svolge tra il cielo e l‟incanto di un verde paesaggio paradisiaco ricco di rocce, alberi, fiori ed uccelli variopinti. Oggi la Basilica di Sant’Apollinare in Classe si trova a 8 km dal centro di Ravenna e a qualche chilometro dal mare, mentre quando venne costruita si trovava in riva al mare.Accanto alla basilica, infatti, ci sono gli scavi della grande area archeologica dell’antica città di Classe, sede della flotta romana nell‟Adriatico.
Come: con l‟auto o l‟autobus N. 4 o col treno e 5 minuti a piedi. Quando: tutti i giorni dalle 8.30 – 19.30. Chiusura biglietteria ore 19.00. Quanto: Euro 3.00. Biglietto cumulativo con Museo Nazionale e Mausoleo di Teodorico: € 6.00 - Museo Nazionale, Mausoleo di Teodorico e Basilica di Sant‟Apollinare in Classe: € 8.00

29 Giugno
Mercoledì
Ravenna

Il Mausoleo-Tomba di Dante a Ravenna
Per molti è una sorpresa scoprire che la Tomba di
Dante si trovi a Ravenna e non a Firenze. Dante morì a Ravenna durante il suo esilio e nonostante i ripetuti tentativi di riportarlo nella città natale, è ancora qui. I Francescani del vicino convento trafugarono e conservarono gelosamente le ossa di Dante per diversi secoli, opponendosi alla volontà di sovrani e papi di riportare le spoglie a Firenze. Furono sempre loro a salvarle dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Oggi a ricordare Firenze e la toscana c‟è la lampada votiva settecentesca alimentata con olio d’oliva degli appennini toscani che viene donato ogni anno (la seconda domenica di settembre) dalla città di Firenze.
Dove: a piedi dal centro di Ravenna Quando: tutti i giorni dalle 10.00-18.30 Mai: 1/11, 25/12 e l‟1/1 Quanto: gratis
Il Battistero degli Ariani a Ravenna
Il Battistero degli Ariani di Ravenna fu costruito durante il regno di Teodorico, quando Ravenna era la capitale dell‟Impero e l‟arianesimo era religione ufficiale della corte. L‟arianesimo è sempre stato considerato un‟eresia del Cristianesimo perché secondo la dottrina ariana Cristo era figlio di Dio ma conservava la sua natura umana: solo attraverso il rito del battesimo che la natura divina fu comunicata a Cristo. I mosaici sulla volta del battistero celebrano proprio il battesimo di Cristo. A differenza del vicino Battistero degli Ortodossi, qui il giovane Cristo non viene rappresentato come proveniente da Oriente (“luce da luce, Dio vero da Dio vero”) ma si dirige verso oriente, diventando divino solo nel momento del battesimo. E‟ un uomo, quindi non c‟è “censura” sulla sua nudità, mentre è immerso nelle acque del Giordano e Giovanni Battista gli comunica il Battesimo. Dall‟alto scende la colomba divina, ad irrorare con un soffio di luce, simbolo dello Spirito, il capo del Cristo.
Dove: a piedi dal centro di Ravenna Quando: tutti i giorni dalle 9 alle 19.30 Quanto:gratis

Il Battistero Neoniano o degli Ortodossi a Ravenna
Il Battistero Neoniano fu la risposta cattolica
(del vescovo Neone) all’eresia Ariana, che proprio in Ravenna aveva avuto il massimo splendore sotto il regno di Teodorico. Una contrapposizione che si ritrova anche nel Cristo raffigurato nel mosaico sotto la cupola, che a differenza di quello nel vicino Battistero degli Ariani viene da Oriente ((“luce da luce, Dio vero da Dio vero”) ed è divino anche prima del battesimo comunicatogli da Giovanni Battista e dalla colomba divina (gli ariani affermavano il contrario). Si racconta che Carl Gustav Jung (il famoso psicologo) in un suo viaggio a Ravenna negli anni 30 vide nel Battistero Neoniano, un mosaico che rappresentava Cristo mentre tende la mano a San Pietro che sta per affogare. Discusse a lungo di questa immagine con la sua compagna di viaggio e la interpretò come un segno della morte e della rinascita. Solo molto tempo dopo, quando cercò una foto del Battistero Neoniano, si accorse che quell’immagine non esisteteva ed era stata il frutto della sua immaginazione. Jung usò quell‟episodio per scrivere bellissime pagine sul rapporto tra inconscio e coscienza e di come anche l‟imaginazione modifichi il modo in cui vediamo la realtà.
Dove: a piedi dal centro di Ravenna Quando: tutti i giorni dalle 9 alle 19.00 Quanto: Euro 8.50 (biglietto cumulativo comprendente: S.Apollinare Nuovo, Battistero Neoniano, San Vitale, Mausoleo di Galla Placidia)

Il viaggio passo dopo passo

30 Giugno
Giovedì
Ravenna
Partenza per:
Firenze

Le 10 cose da vedere assolutamente durante una visita a Firenze
Se come nel film di Troisi e Benigni si potesse tornare indietro nella Toscana a cavallo tra 1400 e 1500, si potrebbero incontrare per le strade di Firenze, Brunelleschi e Masaccio, Donatello e Michelangelo, Lorenzo il Magnifico e il Savonarola, ognuno a fare la propria parte di architetto, pittore, scultore, principe, predicatore, per trasformare (senza volerlo e saperlo), questa piccola cittadina in riva all‟Arno in un capolavoro, la “Culla del Rinascimento”. Firenze, che fino a quel momento era un città ricca ma tranquilla,diventa un nuovo modello per “l‟Uomo Nuovo” che usciva dal Medioevo. In pochi chilometri, per volontà di principi illuminati e artisti geniali, cominciarono a sorgere chiese, palazzi, musei, ponti. Nelle botteghe si dipingevano opere che oggi impreziosiscono musei di tutto il mondo e che avrebbero cambiato per sempre la storia dell‟arte. Tutti questi capolavori, di pietra, di tela e di marmo, sono perfettamente conservati, disponibili agli occhi di tutti. Sempre se riuscite a farvi spazio tra la folla di turisti.

Duomo, Campanile di Giotto, Battistero e cupola di Brunelleschi a Firenze
La Cupola del Brunelleschi domina Firenze ed ancora oggi non c‟è in tutta la città nessuna costruzione più alta. Il Campanile fu progettato da Giotto anche se non lo vide finito. Il Battistero è uno degli edifici più antichi di Firenze e sta lì dal IV secolo; con le sue magnifiche porte è una vera Bibbia per immagini. Il Duomo con la sua facciata in marmo bianco e verde rapisce lo sguardo. Non c‟è in nessun altra parte del mondo un complesso di costruzioni così straordinarie. Siamo nel cuore di Firenze, di fronte a Santa Maria del Fiore, che tutti chiamano Duomo. Una cattedrale di 153 metri di lunghezza, costruita in quasi 170 anni per fare invidia alle chiese delle rivali Pisa e Siena. Alla realizzazione di questo complesso parteciparono i più importanti artisti fiorentini: da Giotto a Brunelleschi, da Vasari a Talenti, da Arnolfo di Cambio a Lorenzo Ghiberti. Ogni visita di Firenze inizia da qui: con le teste verso l‟alto e lo sguardo stupefatto, a chiedersi come hanno fatto gli uomini a creare una tale meraviglia.

Ponte Vecchio a Firenze
Il Ponte più bello di Firenze e uno dei più fotografati del mondo, non è sempre stato un luogo chic. Anche se oggi sono le botteghe degli orafi ad attrarre carovane di turisti, fino al 1565 erano le botteghe dei verdurai e dei macellai a dominare il ponte. Quando venne costruito il Corridoio Vasariano che sovrasta Ponte Vecchio, i beccai e i verdurai vennero fatti sloggiare a favore di orafi ed artigiani, ritenuti mestieri più adatti alla bellezza del luogo. Da allora l‟oro è diventato protagonista di Ponte Vecchio, come ci ricorda la statua di Benvenuto Cellini, il più grande orafo fiorentino. Nel 1565 Giorgio Vasari costruì per Cosimo I De’ Medici il Corridoio Vasariano per unire Palazzo Vecchio, con Palazzo Pitti (allora dimora privata dei Medici). Il corridoio, lungo circa un chilometro,
parte da Palazzo Vecchio, passando dalla Galleria degli Uffizi, quindi sopra le botteghe di Ponte Vecchio per poi proseguire fino a Palazzo Pitti. Pare che Hitler abbia dato ordine di risparmiare Ponte Vecchio durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. A volte la bellezza illumina anche i tiranni.

Palazzo Vecchio a Firenze
La prima cosa che colpisce di Palazzo Vecchio è l’impossibilità di fotografarlo per intero. Anche se andate verso la parte più lontana di Piazza della Signoria, all‟incrocio con Via dei Calzaiuoli, non riuscirete a prenderlo tutto. E‟ troppo grande e troppo alto per farlo entrare in una sola foto. Il fatto è che non si può fare a meno di fotografarlo, visto che è considerato il miglior esempio di architettura civile trecentesca del mondo. Quello che gli impedisce di rientrare tutto in uno scatto è la “Torre di Arnolfo”, alta 94 metri e costruita verso il 1310, che porta sulla vetta la grande bandiera con il giglio fiorentino. All‟ingresso di Palazzo Vecchio fa bella mostra (e sostegno ai piccioni) la copia del David di Michelangelo. E‟ Piazza della Signoria ad ospitare questo bellissimo palazzo, un luogo che per molto tempo è stato considerato “maledetto”, perché terreno di scontro tra Guelfi e Ghibellini. Cancellate le orme di un passato sanguinolento, Piazza della Signoria è adesso il centro della vita sociale, civile e politica di tutti i cittadini di Firenze.
Quando: tutti i giorni dalle 9.00-19.00 esclusi 1 gennaio, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, 25 dicembre. Giovedì e giorni festivi infrasettimanali orario 9.00-14.00. Costo del biglietto: € 6,00 Intero. € 4,50 Ridotto giovani 18-25 e anziani oltre 65 anni. € 2,00 Ridotto ragazzi 3-17 anni e scolaresche con prenotazione € 14,00 Famiglia (4 persone) € 16,00 Famiglia (5 persone)

Gli Uffizi di Firenze
Entra un Caravaggio, esce un Raffaello. Un Tiziano parte per una mostra all‟estero ma intanto tornano gli angeli (famosi) di Rosso Fiorentino. Sono questi
gli Uffizi, una specie di supermercato dell‟arte, scrigno di capolavori di ogni secolo e meta sognata dagli amanti dell‟arte di tutto il mondo. Infatti è strano vedere la lunga fila di stranieri che aspettano pazientemente il proprio turno per entrare, mentre molti italiani pur avendone la possibilità non sono mai stati agli Uffizi. Di cose da vedere ce ne sono: se pensate al primo quadro che vi viene in testa, probabilmente si trova qui. Il viaggio inizia con la sala del Trecento, e le tre pale di Cimabue, Duccio di Buoninsegna e Giotto, che raffigurano tutte la “Madonna in trono col Bambino”. Poi è un crescendo di bellezza: vi aspettano Botticelli, Leonardo, Signorelli, Perugino, Durer, Caravaggio e poi e poi e poi… Programmate un giorno intero per la visita, mettete un paio di scarpe comode, e poi godetevi lo spettacolo.
Quando: da martedì a domenica, ore 8,15-18,50 Chiusura: tutti i lunedì, Capodanno, 1° maggio, Natale. Costo del biglietto: € 6,50 Biglietto ridotto: € 3,25

Cappella Brancacci a Firenze
Un angelo con la spada insegue Adamo ed Eva per cacciarli dal Paradiso. Adamo si copre il viso con la mano, piange e si nasconde dalla vergogna. Eva ha lo sguardo sfigurato dal dolore, che si offre alla vista perché le braccia sono impegnate a coprire il seno. E’ una scena straziante, uno dei punto più alti della storia dell’arte e si trova nella Cappella Brancacci di Firenze, nella Chiesa di Santa Maria del Carmine. Masolino e Masaccio, vecchio e giovane, maestro ed allievo, hanno affrescato questa cappella insieme per volontà di Felice Brancacci. Non è facile distinguere gli affreschi di uno da quelli dell‟altro. Il mecenate Brancacci li obbligò a lavorare sulle stesse pareti, per evitare che fossero troppo evidenti le differenze di stile. Ne è nato un percorso pittorico straordinario, che racconta la storia del peccato ed altri episodi della Bibbia e del Vangelo, lasciando stupefatti credenti e non.
Quando: Tutti i giorni dalle 10.00 alle 17.00 Festivi: 13.00-17.00 Costo del biglietto: € 4,00 Dove: Chiesa di Santa Maria del Carmine. Importante: La prenotazione è obbligatoria: chiamare dalle ore 9.00 alle 18.00 lo 055/276.8224 o 055/276.8558

La Basilica di Santa Croce a Firenze
La tomba di Michelangelo, “protetto” da tre sculture che rappresentano Pittura, Scultura e Architettura, si contende la prima parte della Basilica di Santa Croce con la tomba di Galileo Galilei, posta proprio di fronte. Subito dopo Michelangelo c‟è il cenotafio di Dante ma non le sue spoglie, lasciate a Ravenna dove morì in esilio. Seguono Vittorio Alfieri, Antonio Canova, Niccolò Machiavelli, Gioacchino Rossini e Ugo Foscolo, che in vita definì Santa Croce come luogo che conservava le “Urne dei Forti” (le tombe dei grandi d‟Italia). Ma Santa Croce non è solo una “raccolta” di spoglie degli italiani che hanno fatto la storia. In fondo alla basilica ci sono le cappelle affrescate da Giotto con le Storie della Vita di San Francesco. Nella Cappella dei Pazzi, dove Giuliano de Medici venne ucciso e Lorenzo il Magnifico ferito durante la famosa congiura, è conservato il Crocifisso di Cimabue.
Quando: tutti i giorni, ore 9.30-17.30. Domenica e festività cattoliche: (6 gennaio, 15 agosto, 1 novembre, 8 dicembre) ore 13.00-17.30. Lunedì dell‟Angelo, 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno: ore 9.30-17.30 Chiusura cassa e ultimo ingresso ore 17.00. Giorni di chiusura: 1 gennaio, Pasqua, Sant‟Antonio da Padova (13 giugno), San Francesco (4 ottobre), 25 e 26 dicembre. Costo del biglietto: 5,00 euro in vendita solo presso la biglietteria dell‟Opera di Santa Croce

La chiesa di Dante e Beatrice a Firenze
Non deve essere stato facile restare separati. Dante abitava ad appena 20 metri; la sua casa è ancora lì, visitabile tutti i giorni. Beatrice, invece, andava a messa nella piccola chiesa dove avevano sepoltura i membri della sua famiglia (i Portinari) e quelli della famiglia di Gemma Donati (moglie di Dante). Si incrociavano lungo la stradina, o in questa minuscola chiesa, e questo è tutto quello che è stato concesso al loro amore. La chiesa in realtà si chiama Santa Margherita dei Cerchi, ma per tutti è la chiesa di Dante e Beatrice.
Un (brutto) quadro appeso ad una delle pareti ricorda il loro primo fugace incontro di occhi, l‟attimo in cui Dante si innamora di Beatrice. Ma sono i bigliettini lasciati sulla tomba di lei, (Ti prego fallo tornare da me; Aiutami non voglio perderlo) a fare di questo luogo un simbolo per tutti gli innamorati, soprattutto di quelli che
passano la vita a non raggiungersi mai.
Come: da Via dei Calzaiuoli seguendo le indicazioni per la Casa di Dante

Cosa mangiare a Firenze
Famosa per la sua bistecca, la cucina tipica di Firenze ha anche molto di più di offrire: piatti semplici e genuini nati dalla fantasia della gente comune che trasformava ingredienti poveri ed essenziali, come il pane, l‟olio e le verdure, in piatti straordinari. Ricordate le parole della canzone di Rita Pavone: “ti va la pappa pappa, col pomo pomo pomo pomodoro”? Ebbene a Firenze la pappa al pomodoro è un piatto da non perdere preparato con un buonissimo soffritto di aglio, peperoncino, olio e polpa di pomodoro. La bistecca alla fiorentina resta comunque la regina della tavola, e i cittadini di Firenze ci tengono a precisare che non può essere meno di 1 Kg e che deve essere al sangue! Ovviamente, la bistecca si porta dietro il vino rosso, e su questo la Toscana ha da dire la sua: Chianti, Brunello e Montepulciano la fanno da padrone. Il consiglio per dove mangiare a Firenze, ci impone di spingervi lontano dalle trappole per turisti, concentrate nel centro storico. Basta allontanarsi un po‟ per trovare trattorie e ristoranti dove si fa della buona cucina fiorentina, senza dover far piangere la carta di credito.

Uscire la sera a Firenze
Di giorno Firenze fa la secchiona, con le bellissime opere d’arte e i suoi maestosi monumenti tutti da scoprire, ma di notte abbandona gli abiti da collegiale per sfrenarsi nei pub e nelle discoteche del centro. I discopub e i caffè spuntano quasi come funghi di notte, lungo strade che invece di mattina sono praticamente deserte. Prima che scenda la sera potrete concedervi un aperitivo nella zona dei Lungarni e durante il fine settimana bere un buon bicchiere di Chianti nei numerosi wine bar sparsi in tutta Firenze sarà un vero piacere. Chi ama la buona tavola potrà trascorrere la serata nelle caratteristiche trattorie del centro, tra bistecche dalle dimensioni incredibili e primi piatti succulenti. Per momenti più tranquilli e rilassanti non mancano cinema multisala e teatri aperti tutto
l‟anno.

Shopping a Firenze
Se a Firenze sperate di fare acquisti a buon mercato, rimarrete delusi. In compenso potrete dilettarvi tra le molteplici botteghe di artigianato dove ancora si lavorano gli oggetti a mano, famose quelle degli orafi e dei gioiellieri. Molto rinomati anche i laboratori in cui si producono oggetti in pelle e in cuoio e in cui si lavora la carta. Portafogli, borse in pelle, carta da lettere e quaderni sono i souvenir che di solito ci si porta indietro da Firenze. Non mancano i negozi di alta moda: su Via dei Calzaiuoli e dei Tornabuoni potrete massacrare le vostre finanze entrando e uscendo dai negozi di Armani, Gucci e Versace e così via. Molto scenografici, ma ormai ridotti a trappole per turisti, sono i mercatini storici, in particolare quello Nuovo e quello di San Lorenzo: di mercato popolare hanno ormai solo l‟aspetto, mentre i prezzi sono quelli da botteghe di lusso. Se non state attenti, le vostre tasche ne risentiranno!

1 Luglio
Venerdì
Firenze

Il viaggio passo dopo passo

02/07
Sabato
Palio a Siena

Siena
Una delle città d'arte più amate del mondo
La bellezza di Siena si apprezza solo qualche giorno dopo averla lasciata. Quando si è lì, troppo impegnati a cercare di vedere il più possibile, non ci si rende conto subito della bellezza di questa cittadina al centro della Toscana. I ricordi emergono solo qualche giorno dopo: per prima torna alla mente Piazza del Campo con il Palazzo Pubblico e la Torre del Mangia; poi il bianco e nero del Duomo, il Battistero e tutto il resto. Ma forse più di tutto si ricorda il colore delle facciate dei palazzi e dei tetti, quel “Terra di Siena” conosciuto in tutto il mondo che rende il paesaggio cittadino coerente, armonioso e bello da guardare. Forse è questo che rende Siena così affascinante e amata in tutto il mondo: è rimasta intatta come nel Medioevo ed è una specie di viaggio nel tempo, la ricerca di un‟epoca d‟oro che apparteneva a molte
altre piccole e grandi città italiane e che non ritornerà più.

Piazza del Campo a Siena
Piazza del Campo a Siena è considerata una delle più belle piazze del mondo. Ha una caratteristica forma di conchiglia a 9 spicchi, particolare che si può ammirare solo dall‟alto della Torre del Mangia. Dal 1300 è il centro della vita di Siena ed ha svolto la funzione di mercato e luogo di raccolta dei senesi durante momenti politici importanti, feste e giostre. Come accade ancora due volte l‟anno durante il famoso Palio. Oggi Piazza del Campo è il luogo turistico per eccellenza di Siena, punto di passaggio obbligato in cui i ristoranti e i negozi di souvenir spadroneggiano, senza però offuscare la bellezza della piazza. La leggera pendenza rende ancora più imponente la sagoma del Palazzo Pubblico con la Torre del Mangia, mentre tutta la piazza è accerchiata dalle belle e imponenti facciate dei palazzi nobiliari. Il rito turistico per eccellenza prevede che ci si sieda o ci si stenda a terra ad ammirare il pezzo di cielo che si apre sopra la piazza. Che poi è anche un modo per riposarsi dopo tutti i saliscendi a cui obbligano le stradine di Siena. In alto nella Piazza c‟è la Fonte Gaia, la più bella delle fonti d’acqua senesi. Quella che si ammira oggi in Piazza del Campo è una copia della fonte che Jacopo della Quercia scolpì tra il 1409 e il 1419.

La Torre del Mangia a Siena
Se soffrite di vertigini, forse non è il caso di avventurarsi fino agli 88 metri della Torre del Mangia, ma vi avvertiamo che vi perderete una vista eccezionale. Da lassù, infatti, lo spettacolo è davvero mozzafiato. Si vede tutta Siena: da Piazza del Campo, al Duomo un pò più distante, alle colline lontane. La torre prende il nome da Giovanni di Duccio, primo custode che si godeva la vita spendendo tutti i suoi guadagni mangiando nelle osterie di Siena. I senesi lo avevano ribatezzato Mangiaguadagni, da cui Torre del Mangia. La leggenda racconta che durante la costruzione ai piedi della torre siano state seppellite monete portafortuna e che ad ogni angolo della torre ci siano pietre con scritte latine ed ebraiche, con il compito di tenere lontani dalla Torre tuoni e tempeste.
Informazioni per la visita alla Torre del Mangia
Come: a piedi affrontando i circa 400 scalini che conducono alla cima. Quando: 16 ottobre-fine febbraio: tutti i giorni ore 10-16, chiusura biglitteria ore 15,15. 1 marzo-15 ottobre tutti i giorni ore 10-19, chusura biglietteria ore 18,15. Quanto: Prezzo: 7,00 €. Biglietto cumulativo con Museo Civico 12,00 €

Il Duomo di Siena
Di solito si arriva al Duomo dopo aver visitato Piazza del Campo. Ancora con la maestosità della Piazza e del Palazzo Pubblico negli occhi, non ci si aspetta di stupirsi ancora. Cosa potrà offrire Siena di più grande e bello? La risposta è semplice: il Duomo con la facciata in cui prevalgono il bianco e il nero. Ma per quanto splendida, non è questa la parte migliore di questa chiesa dedicata a Maria Assunta. I gioielli più importanti sono all’interno: il pavimento, pieno di simboli esoterici e storie religiose: ci sono tutte le Sibille della tradizione, ma anche la Strage degli Innocenti, il Re David ed Ermete Trismegisto, la vita di Mosè e il Sacrificio di Iefte. Nella navata sinistra, prima del transetto, si apre la Libreria Piccolomini, affrescata da Pinturicchio e che a dispetto del nome non ha mai ospitato i libri di Papa Pio II. Subito dopo la Libreria c‟è la Cappella Piccolomini, dove Michelangelo lavorò dal 1501 al 1504 scolpendo le 4 statue delle nicchie inferiori. Da non perdere anche il Pulpito, realizzato da Nicola Pisano, con scene bibliche e della Vita di Gesù.
Informazioni per la visita al Duomo di Siena
Quando: Dal 01/03 al 31/05: Feriali 10,30 - 19,30 Festivi 13,30 - 17,30 Dal 01/06 al 31/08: Feriali 10,30 - 20,00 Festivi 13,30 - 18,00 Dal 01/09 al 01/11: Feriali 10,30 - 19,30 Festivi 13,30 - 17,30 Dal 02/11 al 28/02: Feriali 10,30 - 18,30 Festivi13,30 - 17,30 Quanto: Biglietto unico Euro 3,00

Il Battistero di Siena
Proprio alle spalle del Duomo di Siena, dal 1325 il Battistero contende alla cattedrale il ruolo di luogo religioso più importante della città. Per molti secoli sotto la volta ogivale del Battistero sono stati battezzati tutti i senesi, illustri e non. Sulle tre navate richiamano e incantano gli occhi gli affreschi di Benvenuto di Giovanni (I
Miracoli di Sant’Antonio da Padova - 1460), Pietro degli Orioli (La Lavanda dei Piedi ) e Lorenzo di Pietro detto il “Vecchietta” (affreschi delle volte con Articoli del Credo 1447/1450). Ma il protagonista del Battistero è il Fonte Battesimale in bronzo e marmo, posto proprio al centro Battistero. Ci hanno messo le mani e hanno lasciato il loro segno Jacopo della Quercia, Giovanni di Turino, Lorenzo Ghiberti e Donatello, che realizzò anche gli angeli in bronzo che decorano il ciborio.
Informazioni per la visita al Battistero di Siena Quando dal 01/03 al 31/05: 9,30 - 19,00 Dal 01/06 al 31/08: 9,30 - 20,00 Dal 01/09 al 01/11: 9,30 - 19,00 Dal 02/11 al 28/02: 10,00 - 17,00 Mai: 1° gennaio, 25 dicembre.
Quanto: Intero Euro 3,00

Il Palazzo Pubblico di Siena
Il Palazzo Pubblico di Siena è il luogo per eccellenza del potere politico di Siena. Infatti, dal Governo dei Nove (che nel 1300 rese Siena bella come la vediamo) fino ad oggi, tutti i governanti di Siena hanno risieduto qui. Se solo nove “politici” sono riusciti a immaginare e far realizzare questa meraviglia, dovremmo aspettarci qualcosa di meglio dalle centinaia di amministratori che di questi tempi affollano i municipi… Il Palazzo Pubblico di Siena è considerato uno dei più bei palazzi civili d’Italia, da sempre ammirato per la maestosità e l‟armonia. Una bellezza che si percepiva già durante la costruzione e che spinse il Governo cittadino ad emettere un editto che obbligava i proprietari delle case di Piazza del Campo a costruire i palazzi in coerenza stilistica con il Palazzo Pubblico ma non più belli e grandi. Nel Palazzo c‟è il Museo Civico di Siena, con i famosi affreschi di Ambrogio Lorenzetti che rappresentano l’Allegoria del Buono e Cattivo Governo.
Il Museo Civico di Siena

Cosa mangiare a Siena
Non si può parlare (e assaggiare) la cucina di Siena senza parlare del territorio in cui nascono i suoi
prodotti. Le colline intorno alla città regalano da secoli olio, vino, carne e verdure. Grazie alla sapienza contadina coltivata nei secoli, questi ingredienti si trasformano in una cucina autenticamente popolare, poco intaccata dalla modernità. Con il cinghiale (in particolare la Cinta Senese) e la lepre si preparano crostini, pappardelle e carne alla brace. Sempre sui crostini (serviti come antipasto) fanno bella mostra e attirano il palato salumi, pecorino, miele e fegatelli. Tra le zuppe invernali la ribollita è quella che più di tutte aiuta a superare il freddo. Sempre presenti i grandi vini di Siena e della provincia: il Chianti, il Brunello di Montalcino, il Montepulciano e la Vernaccia di San Gimignano. Per chi non s‟alza da tavola senza aver chiuso con il dolce, c‟è solo l‟imbarazzo della scelta: cantucci, ricciarelli, panforte e cavallucci, accompagnati dal classico Vin Santo.

Il viaggio passo dopo passo

03 Luglio
Domenica
Assisi

Assisi in Umbria
Assisi è una delle città più visitate dell’Umbria: qui vissero San Francesco e Santa Chiara, e proprio queste due figure fanno di Assisi il principale centro religioso della regione, meta prediletta da molti pellegrini. La città moderna è sorta senza intaccare la struttura della città antica: una serie di stradine collega le varie piazze disposte su livelli differenti e custodi di tutta la storia della città. La Basilica di San Francesco e la Chiesa di Santa Chiara non sono le uniche cose da visitare ad Assisi: il Tempio di Minerva, il palazzo “Capitano del popolo” e l‟imponente Rocca Maggiore, appena fuori le mura della città, sono alcune delle attrazioni da conoscere. Passeggiando, poi, nel Parco Regionale del Monte Subasio potrete provare un assaggio del favoloso paesaggio naturale che caratterizza la città come tutta la regione umbra.

Andare a Roma

Il viaggio passo dopo passo

04 Luglio
Lunedì
Roma

Le 10 cose da vedere assolutamente durante una visita a Roma
È difficile parlare di Roma in poche parole. In ogni strada, in ogni angolo, su ogni monumento si narra la sua storia millenaria. La Roma capitale dell’Impero, la Roma dei gladiatori, la Roma dei saccheggi e delle devastazioni, ma anche la Roma tenera e romantica che permette di innamorarsi con un semplice giro in vespa di notte. Oggi Roma è anche la città del traffico che non si ferma mai, dei supermercati aperti 24 ore su 24 e degli ambulanti che vendono alimentari a prezzi altissimi. Nonostante questo, la Capitale d‟Italia resta una meta turistica bella come poche città al mondo. Qui di seguito le 10 cose da non perdere a Roma, per poter respirare un po‟ del passato e del fascino di una città che sicuramente ritornerete a visitare. E pensare che tutto è nato da un piccolo insediamento di pastori sul colle Palatino, e da una lupa che ha allattato due bambini come fossero suoi cuccioli.

Il Colosseo
Se è vero che quando cadrà il Colosseo, cadrà Roma e insieme a lei il mondo intero, speriamo vivamente che la costruzione regga ancora un po‟. Inaugurato come Anfiteatro Flavio, fu chiamato Colosseo soltanto in un secondo momento, per via della statua conosciuta con il nome di “Colosso del Dio Sole”, posta nelle vicinanze, e che aveva le sembianze di Nerone. I Romani si dilettavano assistendo qui, alle lotte tra gladiatori e animali feroci oppure alle simulazioni di battaglie navali. La costruzione del Colosseo fu voluta e iniziata dall’Imperatore Vespasiano e proseguita negli anni a venire. Tito, il figlio successore di Vespasiano, aggiunse due ordini di posti alla struttura voluta dal padre e per festeggiare l’opera, indisse ben cento giorni di giochi. Il Colosseo è ancora oggi uno dei monumenti più importanti e rappresentativi della città, che impone la sua maestosa presenza al centro della città. Nei dintorni dell’Anfiteatro è facile trovare i “Centurioni”, simpatici personaggi vestiti in con il
tipico abbigliamento dei combattenti romani che, tra una battuta in romanaccio e una fotografia, sono entrati a far parte anch’essi della tradizione. Anche senza conoscerne la storia e l‟architettura, tutti restano affascinati dal monumento per il quale Roma è conosciuta in tutto il mondo. Osservarlo di sera con tutte le luci accese, è davvero indescrivibile!
Informazioni per la visita del Colosseo Quando: dal 26 ottobre al 15 febbraio 2009 dalle ore 8.30 alle 16.30; dal 16 febbraio al 15 marzo dalle ore 8.30 alle 17.00; dal 16 al 29 marzo dalle ore 8.30 alle 17.30; dal 30 marzo al 31 agosto dalle ore 8.30 alle 19.15; dal 1 settembre al 30 settembre dalle ore 8.30 alle 19.00; dal 1 al 25 ottobre dalle ore 8.30 alle 18.30 Mai: 1 gennaio, 1 maggio, 25 dicembre, venerdì Santo Quanto: Intero 9 euro, Ridotto 4,50 euro Come: con la linea B della metro fermata Colosseo, con i bus n° 60 - 75 - 85 - 87 - 117 - 271 - 571 - 175 - 186 - 810 - 850 – C3 o con il tram n° 3

Il Pantheon di Roma
Il Pantheon romano è il primo edificio di culto che abbatte le barriere tra sacro e profano. Se in passato l‟accesso alle dimore degli dei era prerogativa esclusiva dei vescovi e delle vestali, con la costruzione del Pantheon le divinità diventano di tutti. Il Pantheon sorge nel punto in cui Romolo, secondo la leggenda, fu portato in cielo da un‟aquila, dopo la sua morte. Fu il console Agrippa a volerlo come tempio dedicato a tutte le divinità. L’essere il precursore di tutti gli edifici di culto aperti al pubblico non è l’unico primato che detiene il Pantheon di Roma: è anche la costruzione che si è conservata meglio e che vanta tantissime copie e imitazioni. La struttura è stata un capolavoro di ingegneria ed architettura per il tempo in cui fu realizzata (27-25 a.C.) e il fatto che sia ancora lì, la dice davvero lunga. Sulla maestosa struttura di Roma c‟è anche una leggenda riguardante il fossato circostante. Pare che il diavolo si trovasse fuori dal Pantheon in attesa del pagamento del pegno da parte di Pietro Bailardo, brigante e capitano di ventura. Ma quest’ultimo entrò nel tempio per pentirsi delle sue malefatte, evento che fece infuriare il maligno che scomparve dopo aver cinto con un cerchio di fuoco il gigantesco Pantheon.
Informazioni per la visita al Pantheon Quando: dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle 18.30, la domenica dalle ore 9.00 alle ore 18.00, nei festivi dalle ore 9.00 alle 13.30 Quanto: ingresso gratuito Come: da Piazza di Spagna, percorrendo a piedi Via del Corso.

Fontana di Trevi a Roma
Se vi trovate a Roma e intendete ritornarci, allora non esitate a lanciare una monetina nella famosa Fontana di Trevi per far realizzare il vostro desiderio. Progettata dall’architetto Nicolò Salvi, la Fontana riceve le acque dell‟acquedotto Vergine dai tempi di Augusto. Tema centrale dell’opera è il mare, ed il barocco s’incontra con il classicismo, in una perfetta armonia. La Fontana di Trevi è stata set cinematografico, teatro di manifestazioni e palcoscenico di grandi feste. Sia chiara una cosa: soltanto Anita Ekberg ne “La dolce vita”, può permettersi di fare il bagno nella fontana. Se ci provate voi, dovrete fare i conti con le forze dell‟ordine che, vi garantiamo, non la prenderanno troppo bene. La bellezza della costruzione lascia davvero senza fiato per la sua imponenza, e in pochi notano un particolare che, si dice in giro, fu realizzato semplicemente per ripicca. Sulla destra della Fontana di Trevi si trova un vaso di travertino, detto “Asso di coppe” che secondo la leggenda fu messo lì da Salvi per coprire la visuale dalla bottega di un barbiere che criticava continuamente il lavoro dell‟architetto.
Come: con la linea A della metropolitana fermata alla stazione Spagna o Barberini e facendo due passi a piedi.

Trastevere a Roma
Pare che lo stemma del quartiere, la testa di un leone su sfondo rosso, non sia casuale. Si racconta, infatti, che nel Campidoglio vivesse in gabbia un leone, simbolo di maestà e potenza, che fu soppresso quando dilaniò un ragazzo che si era avvicinato troppo alla gabbia. Quando si dovette scegliere un simbolo che identificasse il quartiere di Trastevere nella nuova divisione della città, si scelse la testa dello storico leone.E‟ uno dei quartieri più caratteristici della città, che meglio custodisce la romanità della capitale con le sue stradine ricoperte di sampietrini sulle quali si affacciano le case medievali con i piccoli
balconcini dai quali pendono piante rampicanti. Durante il periodo imperiale il quartiere fu popolato dalla benestante aristocrazia patrizia, che costruì qui le ville di personaggi molto importanti come Gaio Giulio Cesare. Nel corso del Medioevo, invece, Trastevere si presentava come un labirinto di viottoli sporchi e abbandonati: per la sua conformazione, le piccole strade del quartiere non permettevano il passaggio dei carri. Oggi è uno dei luoghi preferiti dalla movida romana: di notte si popola di giovani che si danno appuntamento in piazza Trilussa, per bere una birra presa nei pub che popolano gli stretti vicoli di Trastevere.
Luoghi curiosi e segreti di Roma
Nei vicoli e nelle osterie si racconta di una Roma che è cresciuta parallelamente alla città che ha conquistato il mondo, ma senza lo stesso clamore. E‟ la Roma dei vetturini che scarrozzano i turisti in giro per la città, del dialetto parlato come lingua ufficiale e di tutti quelli che hanno vissuto di fianco al potere della città. Le leggende che si perdono nei vicoli della Capitale d‟Italia sono davvero tante, e meritano un‟attenzione particolare per comprendere lo spirito di Roma e dei romani. Una delle più divertenti, è quella riferita alle “statue parlanti” di Piazza Pasquino. Per anni, nella notte, sulla statua di Pasquino, che dà il nome alla piazza, sono stati lasciati messaggi che sbeffeggiavano il potere con versi ironici e pungenti. Le invettive che la “statua” lanciava nei confronti di papi, cardinali e uomini di potere incuranti del popolo erano chiamate “pasquinate”. Papa Benedetto XIII, oltre a far piantonare Pasquino durante la notte, introdusse la pena di morte per chiunque fosse stato sorpreso a commettere “pasquinate”. Dopo un lungo silenzio, con la fine del potere temporale del papato e l‟arrivo di nuovi politici, la statua è tornata a mostrare il suo disappunto nel 1938, prima della visita di Hitler a Roma.

Le Chiese di Roma
Roma non è solo la capitale d’Italia, ma è anche la capitale di tutti i cattolici del mondo. La vicinanza con il Vaticano e la storia del cristianesimo, hanno fatto in modo che nella città eterna sorgessero Chiese e Basiliche molto belle, ognuna legata ad una storia molto emozionante. In passato, i pellegrini che si recavano a Roma non potevano esimersi dal visitare il gruppo delle “Sette Chiese”*. Le costruzioni si potevano visitare
passeggiando a piedi per la città, in una sola giornata. Il tour prevedeva la visita alle quattro Basiliche papali (San Giovanni in Laterano, San Pietro in Vaticano, San Paolo fuori le Mura e Santa Maria Maggiore), per poi recarsi nella Chiese di San Lorenzo fuori le mura, Santa Croce in Gerusalemme dove, secondo la tradizione, sono conservate le reliquie della croce di Cristo, e San Sebastiano fuori le mura, sull‟Appia Antica. Oltre alle “Sette Chiese”, ovviamente, Roma ha tantissimi altri luoghi di culto che possono raccontare, ognuna a suo modo, un tassello di storia. Le Chiese di Roma, che siano enormi e finemente decorate, o piccole e quasi nascoste tra i vicoli della città, conservano al loro interno un’atmosfera e una storia pronta a raccontarsi a chi ha voglia di ascoltare.
Per le vie dello shopping a Roma
Non solo arte e storia, ma anche tanta moda. Per chi volesse percorrere un itinerario all’insegna del glamour, Roma non delude. E‟ sufficiente fare un giro per le vie del centro, tra Via del Corso e Via del Babuino, dove si trovano le maggiori griffe italiane ed internazionali, senza tralasciare la zona di Campo Marzio: non c‟è che l‟imbarazzo della scelta per acquisti di lusso. Nei dintorni di Piazza di Spagna, infatti, si trovano negozi d’abbigliamento maschile e femminile, accessori e scarpe. Roma offre soluzioni per tutti i gusti, ma anche per tutte le tasche: non tutti sono interessanti ai grandi atelier, qualcuno preferisce ancora i tradizionali mercati dove ricercare abiti ed oggetti particolari. Se appartenete a questa tipologia di turista, site capitati nella città giusta perché le strade di Roma si popolano di mercatini dove è possibile fare acquisti più „modesti‟ e concludere buoni affari. Il mercato più importante e caratteristico è sicuramente quello domenicale di Porta Portese, aperto dalle 6 del mattino alle 14, dove si può trovare davvero di tutto, dagli abiti contraffatti ai giocattoli per bambini. Per gli appassionati di arte e antiquariato, invece, resta imperdibile la zona di Via Giulia.

Cosa mangiare a a Roma
Pasta, pomodoro, lardo e pecorino fanno dei bucatini all’amatriciana uno dei piatti ipercalorici per eccellenza, ma vale la pena fare un’eccezione alla dieta. La ricetta originaria nasce ad Amatrice, una città del Lazio dove gli spaghettoni con lardo e pecorino, erano il piatto
tipico dei pastori e dei montanari dell‟Appenino centrale. Si è poi diffusa in tutta Italia. Come spesso accade per i piatti tipici della tradizione culinaria italiana, la ricetta iniziale ha subito modifiche, legate spesso ai gusti personali, che hanno portato ad un‟evoluzione del sapore senza intaccare la gustosità dei bucatini all‟amatriciana. Partite dai bucatini, quindi, ma non perdetevi gli altri grandi piatti della tradizione romana, come gli spaghetti alla carbonara che, si dice, furono realizzati con le razioni di cibo degli alleati durante la Seconda Guerra Mondiale. La cucina capitolina non si basa solo sui primi: in una delle ottime trattorie della città potrete assaggiare piatti tipici come l‟abbacchio alla romana, la coda alla vaccinara, la porchetta di Ariccia, accompagnandoli con i celebri carciofi romaneschi. Se siete ancora in piedi, chiudete il vostro pranzo con un bel maritozzo al cioccolato, sperando che il colesterolo sia in vacanze in qualche altra città.

Cosa fare la sera a Roma
Dopo aver girato tra Chiese e musei, non pensate neanche un attimo che la vostra giornata romana sia terminata. La sera Roma è frenetica almeno quanto durante le ore di luce e, raccogliendo le forze, potrete tuffarvi nella vita notturna della città, fatta di ristoranti, locali e discoteche che non lasciano spazio alla noia. Considerata la grandezza della città, è facile immaginare le innumerevoli alternative che essa offre la sera. Divertimenti e svaghi per tutti i gusti, per tutte le tasche e, soprattutto, per tutte le età. Basta scegliere solo il tipo di serata che s‟intende trascorrere e ogni vostra esigenza sarà soddisfatta. Se cercate un posto dove si divertono i romani, non perdetevi Campo de Fiori con i suoi pub e i ragazzi che tirano a fare tardi sotto la statua di Giordano Bruno. Gli studenti si riuniscono soprattutto a San Lorenzo, che quindi brulica di localini. Nelle sere d‟estate ci si può spostare verso il mare, soprattutto ad Ostia, con i suoi bar e le discoteche quasi sull‟acqua. Non lasciatevi sopraffare dalla stanchezza perché è un vero peccato chiudersi in casa o in albergo e non godersi il divertimento notturno di Roma.

5 Luglio
Martedì
Roma

6 Luglio
Mercoledì
Roma

Il viaggio passo dopo passo

7 Luglio
Giovedì
Soverato

Hotel Il Nocchiero
Piazza Maria Ausiliatrice 18 Soverato, 88068 Itália
8 Luglio

Venerdì
Soverato

Cose da fare lì: Spiaggia! Andare a Pizzo Calabria e anche a Tropea

Il viaggio passo dopo passo

9 Luglio
Sabato
Taormina

10 cose da fare a Taormina ANDARE ALLA SPIAGGIA, ANDARE ALLA SPIAGGIA, ANDARE ALLA SPIAGGIA, ANDARE ALLA SPIAGGIA, ANDARE ALLA SPIAGGIA,ANDARE ALLA SPIAGGIA, ANDARE ALLA SPIAGGIA, ANDARE ALLA SPIAGGIA, ANDARE ALLA SPIAGGIA, ANDARE ALLA SPIAGGIA.

10 Luglio
Domenica
Taormina

11 Luglio
Lunedì
Taormina

Il viaggio passo dopo passo

12 Luglio
Martedì
Palermo

Le 10 cose da vedere assolutamente a Palermo
Palermo è il capoluogo della Sicilia, e in quanto tale raccoglie gli elementi più caratteristici della regione. Palermo è la città più araba d’Italia, in cui la dominazione è ancora ben visibile nei monumenti e nei principali edifici di culto. I palermitani sono molto simpatici, persone che offrono un‟ospitalità che ha radici antichissime nella loro cultura, ma fate attenzione a non toccare argomenti tabù: non offendete mai i parenti e non parlate male del Palermo, la prima squadra di calcio cittadina. Il passato multietnico del capoluogo siciliano, si rivede anche nella sua ricca gastronomia, dove si combinano ricette ricche di sapori tipici. Palermo è bella, caotica, piena di traffico, con poca acqua potabile e un’energia dirompente: stupendamente contraddittoria,
come una città fuori dal tempo e dallo spazio.

Le catacombe di Palermo
Il cimitero dei frati cappuccini di Palermo, erroneamente conosciuto come “le catacombe” conserva le spoglie mortali di frati, personaggi famosi e comuni. Il tasso di umidità delle Catacombe di Palermo, e la cura che i frati cappuccini avevano dei defunti, ha permesso che le mummie si conservassero pressoché intatte, e molto riconoscibili. Le Catacombe di Palermo, nonostante si trovino un po‟ al di fuori del cuore della città, sono una delle mete turistiche più apprezzate dai visitatori del capoluogo siciliano. Il fascino del macabro, che si conserva spaventosamente intatto dal 1599, non passa mai di moda.
Dove: Via Infermeria dei Cappuccini n°3

Cattedrale di Palermo
La Cattedrale di Palermo è stata, nel corso dei secoli, tempio, moschea e Chiesa. Pare che la Cattedrale, infatti, sorga su un antico tempio consacrato alla Vergine Maria. Nel 831, dopo l’invasione dei Saraceni, i mori trovarono la struttura troppo bella per raderla al suolo: decisero quindi di utilizzarla per le loro funzioni religiose, convertendola in una moschea, e chiamandola “Gami”. Con la conquista di Palermo da parte dei Normanni, la “Gami” ritornò al culto cristiano e dal 1100 al 1200 iniziano i lavori di ristrutturazione, dando alla Cattedrale di Palermo una forte impronta bizantina. Al suo interno, sono esposti alcuni elementi del ricco tesoro della Cattedrale di Palermo.
Dove: corso Vittorio Emanuele. Quando: dalle ore 09.00 alle ore 17.30
Chiesa della Martorana di Palermo

La Chiesa della Martorana, conosciuta anche come Santa Maria dell‟Ammiraglio, fu fondata nel 1143 e la costruzione originale mostra sia l’influenza bizantina, molto in voga nell’Europa del tempo, sia un’impronta chiaramente islamica, dovuta alla lunga dominazione. Circa due secoli dopo, le case del circondario furono destinate alle suore del convento, che sarà fondato nel 1394. Le monache del convento hanno inventato i buonissimi dolci a forma di frutta,
fatti con il marzapane che, fino al 1800 erano preparati e venduti soltanto da loro. Proprio per il monopolio su questa leccornia siciliana i dolcetti sono noti con il nome di “Frutta di Martorana”.
Dove: Piazza Bellini n° 3 Quando: dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 17.30. Domenica e festivi dalle 8.30 alle 13.00
Cappella Palatina e Palazzo dei Normanni di Palermo
La Cappella palatina si trova nel Palazzo dei Normanni di Palermo, dove si riunisce il parlamento della regione Sicilia. Il Palazzo è una costruzione molto antica, di origine sicuramente araba, anche se lo sviluppo della zona circostante è dovuto ai normanni. Come per molte costruzioni di Palermo, lo stile bizantino si fonde e confonde con quello islamico che lo ha preceduto. La Cappella Palatina che fa parte del Palazzo è a dir poco spettacolare, e i grandi meriti artistici si devono soprattutto allo stile arabo che padroneggia nelle decorazioni. I mosaici e le spettacolari decorazioni che abbelliscono la cappella tolgono davvero il fiato, e riportano il fascino di antiche culture.
Dove: Piazza del Risorgimento. Quanto: gratuito. Quando: tutti i giorni dalle 09.00 alle 12.00. Domenica dalle 9.00 alle 10.00.

I mercati popolari di Palermo
I mercati rionali di Palermo sono luoghi fuori dal tempo, che hanno conservato il fascino di una cultura che qui ha lasciato segni inconfondibili. I mercati di Ballarò e Vucciria, posti rispettivamente nei pressi della stazione e della Chiesa della Martorana, sono quelli più visitati, dove i colori e i profumi di Palermo e della Sicilia intera, si danno appuntamento sulle bancarelle degli ambulanti. Altri due mercati da visitare assolutamente sono quelli del Capo, situato alle spalle del Teatro Massimo, e Borgo Vecchio, che si trova vicino al porto ed è aperto anche la notte. Quattro luoghi da non perdere per rivivere una Palermo antica, che non perde mai il suo fascino.

Museo Archeologico Regionale di Palermo
Il Museo Archeologico Regionale “Antonio Salinas” di Palermo è uno dei più importanti di tutto il Mediterraneo e i reperti raccolti nei due piani in cui è organizzato, ripercorrono secoli di storia. Nel 1866 una parte della Chiesa di Sant’Ignazio all’Olivella fu destinata a contenere il Museo Archeologico Regionale di Palermo, ed è per questo che l’edificio ha una struttura conventuale. In seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, il Museo Archeologico Regionale fu ricostruito sul modello originale, conservando la sua caratteristica struttura. Le collezioni del Museo ripercorrono l’illustre storia di questa terra e dei suoi dominatori, attraverso un passato che qui diventa rapidamente presente.
Dove: Piazza Olivella. Quando: lunedì, mercoledì, giovedì e sabato dalle 9 alle 14. Martedì e venerdì dalle 9 alle 14 e dalle 15 alle 18. Domenica e festivi dalle 9 alle 13. Quanto: ingresso gratuito per i cittadini della Comunità Europea di età inferiore ai 18 anni e superiore ai 60 anni.

Cosa mangiare a Palermo
Mangiare a Palermo non è mai un problema. La gastronomia locale è così ricca, buona e gustosa anche da vedere. Dall‟antipasto al dolce, Palermo offre piatti tipici assolutamente imperdibili, combinando elementi non comuni nella cucina italiana. Zafferano, pistacchi, prodotti caseari, fichi d’india e aromi per le granite, sono solo alcuni degli ingredienti utilizzati nella fantasiosa e saporita cucina palermitana. Non riempitevi la pancia di cannoli e cassate: è vero che sono dolci buonissimi, ma non permettete alla golosità di farvi perdere gli altri piatti di una delle migliori cucine del mondo.

Cosa comprare a Palermo
Se volete spendere senza alcun freno i vostri risparmi, Palermo vi offre le migliori firme italiane ed internazionali una dopo l‟altra. In via Ruggero Settimo, una delle strade più eleganti di Palermo, trovate i negozi Sisley, Polo Store e Armani. Negozi d‟alta moda e gioiellerie aprono i loro ingressi di fianco a quelli per il tempo libero. Nei vicoli dei dintorni, le botteghe degli artigiani palermitani offrono ai vostri occhi le loro bellissime mercanzie. Palermo ha una soluzione per tutto, anche per gli amanti dell’antiquariato, che
troveranno il meglio dell’arredamento antico in Corso Amedeo Alberto.

Uscire la sera a Palermo
Dopo aver girato la città in lungo e in largo, ricaricatevi con una doccia veloce, e preparatevi a stare fuori per tutta la notte. Palermo va vista anche alla luce della luna, con le stelle che vi indicano il cammino. Per la cena, scegliete uno dei ristoranti che trovate nei pressi del mare: il pesce è fresco e la pasta con i ricci ha un sapore a dir poco spettacolare. Dopo cena, provate un buon cocktail in uno dei bar arabeggianti che ricordano le origini della città. Se siete amanti della musica, i pub del centro e le discoteche di Palermo saranno il palcoscenico delle vostre notti nel capoluogo siciliano.

13 Luglio
Mercoledì
Palermo

Il viaggio passo dopo passo

14 Luglio
Giovedì
Parigi

Le 10 cose da vedere assolutamente durante una visita a Parigi

Cosa c’è da dire ancora su Parigi che non sia stato già detto? C‟è chi la considera splendida e chi una città come un‟altra. C‟è chi crede che sia la capitale degli innamorati e chi pensa che ci sia anche qualcos‟altro di interessante da fare, oltre che sbaciucchiarsi appoggiati ad un muretto sulla Senna. Certo, ci sono dei posti di Parigi che sono irrimediabilmente romantici: Montmartre vista da una mansarda; le luci soffuse dei localini del Quartiere Latino, tra studenti e professori in libera uscita; le piazzette e gli angoli del quartiere Marais. Ma se fate parte della categoria di quelli che pensano che “Parigi=Romanticismo e cuoricini” non sia l‟unico modo di immaginare Parigi, la Ville Lumière non vi deluderà: Parigi ha un patrimonio di musei, monumenti, chiese e quartieri caratteristici superato solo da quello italiano. (forse). Se riuscite a scappare alle trappole per turisti e selezionare bene i posti dove mangiate, Parigi vi farà scoprire il meglio delle cucina francese che per fortuna non si limita a croissant, formaggi e salsette varie. Per cominiciare a districarvi in questo labirinto di cose da fare e da vedere, leggete le nostre 10 cose da fare e vedere assolutamente durante una visita a Parigi. Se
invece state cercando un hotel, vi consigliamo di scegliere tra quelli offerti da Booking.com. Ci sono prezzi, foto e i commenti di chi ha soggiornato prima di voi.

Montmartre a Parigi
Nel 1800 Montmartre era il quartiere maledetto dove si recavano gli artisti squattrinati in cerca di fortuna e i borghesi annoiati con il pallino delle prostitute e del Moulin Rouge. Un quartiere irriverente, una città nella città, la collina che ha visto scorrere le vite di Picasso, Van Gogh e Modigliani. Si pensi che la Comune di Parigi è nata perché gli abitanti di Montmartre nel 1871, dopo la resa della Francia ai prussiani, non vollero consegnare il cannone che era a guardia della collina e uccisero i generali venuti a sedare la rivolta. Oggi Montmartre non è più il quartiere irriverente di Parigi, piuttosto una “trappola per turisti” che non si può fare a meno di visitare. E anche se i grandi artisti non ci sono più (sostituiti dagli invadenti e sempre presenti disegnatori di caricature) e la folla di turisti rende difficile anche muoversi, Montmartre possiede ancora un fascino particolare tutto da vivere. Ecco le 10 cose che non dovreste perdervi durante un giro a Montmartre.
Quando: sempre Metro Linea 12: Jules Joffrin o Abesses Metro Linea 2: Anvers o Pigalle

Il Museo D'Orsay a Parigi
Il luogo stesso in cui sorge il Museo d’Orsay può definirsi la prima “opera” delle sue collezioni, perché è stato costruito nella vecchia stazione d’Orsay in occasione dell’esposizione Universale di Parigi del 1900. Posto nel cuore di Parigi, lungo la Senna, il Museo d‟Orsay ha un fascino antico e prezioso: la struttura e l‟architettura del Museo sono assolutamente moderne, ma osservando il complesso da determinati punti, ci si ritroverà sorpresi di scorgere lo scheletro appena accennato della vecchia stazione. Le opere d‟arte si susseguono incantando gli occhi, rivaleggiando per bellezza e quantità con il vicino e più famoso Louvre. I prati di Manet e i papaveri di Monet, l’autoritratto di Van Gogh e le splendide ragazze tahitiane di Gauguin: se avete mai sentito parlare di uno di questi quadri lo troverete qui, insieme a migliaia di altre opere d‟arte. Non è facile districarsi nell‟offerta del Museo d‟Orsay: quindi ci
permettiamo qualche consiglio ed ecco secondo noi le 10 opere da non perdere al Museo D’Orsay.
Quando: ogni martedi, mercoledi, venerdi, sabato e domenica, dalle 9,30 alle 18; il giovedi dalle 9.30 alle 21.45. Mai: ogni lunedi, il 1 gennaio e il 25 dicembre. Quanto costa: gratis la prima domenica di ogni mese. 7,5 euro gli altri giorni.

Il Louvre di Parigi
Un consiglio: se avete la fortuna di entrare al Louvre, una volta nella vita, non consumate le vostre forze a lottare con i giapponesi per fare una foto alla Gioconda. Potrebbe essere una buona idea cominciare la vostra visita proprio dalla Gioconda, perché una volta che vi sarete tolti questo pensiero ossessivo, sarete più aperti a tutte le altre opere, che meritano la vostra attenzione, eccome se la meritano. Nel Louvre c‟è di tutto e non è possibile ammirare centinaia di capolavori in una sola giornata: se non riuscite a pianificare una visita di più giorni, il nostro suggerimento è di scegliere in anticipo quali opere vedere. Noi vi consigliamo le 10 opere e sezioni da non perdere al Louvre, ma siamo sicuri che i vostri desideri saranno la migliore guida.
Quando: Tutti i giorni dalle 9 alle 18. Mercoledì e venerdì fino alle 22 Mai: tutti i martedì, il 1 gennaio, 1 maggio e 25 dicembre Quanto: 9 € a persona. Gratis la prima domenica di ogni mese. Come: Metro fermata Palais-Royal/musée du Louvre Biglietti: in ogni FNAC Parigina o alle casse del Louvre

La Torre Eiffel di Parigi
Respinta, criticata e poi finalmente amata, questa grande struttura in ferro, la cui punta sembra voler toccare le nuvole, è il simbolo di Parigi. La Torre Eiffel, costituita da ben 18.038 pezzi di metallo, è stata ultimata il 31 marzo 1889 e doveva essere smantellata dopo soli due anni, invece eccola ancora lì, fiera ed orgogliosa, nonostante tutte le pesanti umiliazioni che ha
subito: c‟è chi la definì “uno scheletro di torre”, chi “un lampadario assolutamente tragico” o ancora “un comignolo di plastica”. Però, mentre gli intellettuali la disdegnavano, ben 2 milioni di persone la visitavano, e attualmente con i suoi 6 milioni di visitatori l’anno, è il monumento più frequentato del mondo. Una visita con foto sotto la Torre è un obbligo per chiunque visiti Parigi, così come attendere l‟illuminazione notturna e il gioco di luci che puntualmente parte i primi 10 minuti di ogni ora. Per chi ha più tempo da dedicare a questo spettacolare ammasso di ferro e bulloni, ecco le 10 cose da vedere e fare assolutamente durante una visita alla Tour Eiffel.

Il Quartiere latino di Parigi
Il nome sembra suggerire un quartiere dall‟atmosfera esotica, ricco di localini brasiliani, spagnoli e portoghesi, invece in questa zona di Parigi c‟è sicuramente un‟aria frizzante, ma non proviene da paesi lontani. Gli unici elementi esotici sono l‟Istituto del Mondo Arabo e i ristoranti che vendono kebab in Piazza St. Michel. Per il resto, nel Quartiere Latino l’atmosfera è spiccatamente francese, ma molto “effervescente” grazie ai locali e ai cafè, aperti giorno e notte in ogni periodo dell‟anno, straripanti di professori e studenti che, usciti dalle sobrie mura della Sorbona e delle altre istituzioni culturali, cercano distrazione e qualche momento di relax. Una visita al Quartiere Latino richiede almeno un giorno, ed ecco le 10 cose che vi consigliamo di non perdere.
Quando: nei giorni normali, quando ci sono gli studenti Come: a piedi da Notre Dame. Metropolitana linea 10 fermata Cluny-Sorbonne o a Saint Michel
La cattedrale di Notre-Dame a Parigi
Notre Dame de Paris, l’elegante e misteriosa signora di Parigi, è il centro della Francia, perché proprio davanti al suo ingresso si trova il Punto Zero, ovvero la stella di bronzo dalla quale vengono calcolate tutte le distanze stradali della Francia. Voluta dal Vescovo Sully per invidia nei confronti della Cattedrale di St. Denis, venne costruita rastrellando soldi in tutta Parigi. Trasformata in Tempio della Ragione dai rivoluzionari e sempre sul punto di essere demolita, si è sempre salvata grazie alla volontà di qualche parigino potente, Notre Dame ha vissuto momenti
bui e di splendore, per essere definitivamente salvata dal fascino di un romanzo: Notre Dame de Paris di Hugo. Il romanzo, che ruota intorno alla cattedrale e ai suoi personaggi, ha restituito prestigio a questa cattedrale che custodisce alcune delle reliquie più importanti della cristianità, tra cui un chiodo della croce di Gesù e la corona di spine.
Quando: tutti i giorni. Quanto: l‟ingresso è gratuito. Come: metropolitana linea 1 fermata Hôtel de Ville, linea 4 fermata Châtelet Linea, linea 7, 11 e 14 fermata Cité o Saint - Michel

Il mercato delle pulci Saint Ouen a Parigi
Se siete appassionati di antiquariato o vi piace anche solo ficcare il naso tra pezze colorate, oggetti singolari, libri antichi e attuali, non potete saltare la tappa del mercato delle pulci di Saint Ouen che si svolge tre giorni alla settimana: sabato, domenica e lunedì. Per andare alla ricerca del grande affare o di un prezioso e affascinante oggetto d’epoca, questo mercatino è un’occasione da non perdere. C‟è veramente di tutto: dalla patacca cinese con aria retrò a pezzi d‟autore e di valore riconoscibili solo dagli esperti e capitati lì per caso. Il mercato di Saint Ouen è diviso per sezioni, libri, mobili, vestiti, dischi e se proprio non troverete nulla che vi piace, cosa assai difficile, sarete comunque contenti di aver respirato un po‟ d‟aria squisitamente caotica, festosa e francese.
Quando: tutti i giorni, ore 9:30 - 18:30. Come: metropolitana linea 4 fermata Porte de Clignancourt, linea 13 fermata Garibaldi.
La Sainte Chapelle di Parigi
Il cattolicissimo re Luigi IX per custodire un pezzo della Croce Santa, uno dei chiodi conficcati nella carne di Cristo e la sua Corona, ordinò la costruzione della meravigliosa Sainte Chapelle. Queste importantissime reliquie della cristianità, ancora non riconosciute autentiche dalla Chiesa, sono attualmente conservate a Notre Dame, ma la Cappella mantiene integro il suo fascino: è considerata l’espressione più autorevole dell’architettura gotica e il suo splendore lo si coglie già dall’esterno, ammirando le vetrate colorate, che sono già una grande promessa di quello che si troverà all’interno. La Sainte Chapelle è divisa in due parti: quella bassa era il
luogo di preghiera del popolo, mentre quella alta ospitava la famiglia reale e i nobili che raggiungevano la Cappella attraverso un passaggio protetto che portava Palazzo di Giustizia, allora sede reale. Entrate ed ammirate la splendida luce colorata che filtra attraverso i 600 mq di splendide vetrate, la più importante testimonianza dell‟arte vetraria del XIII secolo. Le scene sono una Bibbia per immagini e raccontano diversi episodi della Bibbia, tra cui la Genesi, l‟Esodo, la storia delle reliquie della Passione, il Libro dei Re e altro. Il grande rosone sul lato sud (9 metri di diametro), rappresenta l‟Apocalisse.
Informazioni per la visita Quando: La cappella è aperta tutti i giorni. Dal 1 marzo al 31 ottobre al dalle 9.30 alle 18.00. Dal 1 novembre al 28 febbraio è aperta dalle 9:00 alle 17:00. La cassa chiude 30 minuti prima della chiusura. Come: Metro: linea 4 stazione Citè. Bus: line 21, 27, 38, 85, 96 compreso il Balabus Quanto: Il biglietto di ingresso costa 6,50 €

15 Luglio
Venerdì
Parigi

16 Luglio
Sabato
Parigi

17 Luglio
Domenica
Parigi

Il viaggio passo dopo passo

18 Luglio
Lunedì
Barcelona - 10 cose da fare a Barcellona

http://www.10cose.it/guida/barcellona/10-e-lode/

19 Luglio
Martedì
Barcelona

20 Luglio
Mercoledì
Barcelona

21 Luglio
Giovedì
Barcelona – San Paolo

Il mio secondo tempo - Max Pezzali (la seconda canzone d'ispirazione)

Finchè un bel giorno mi sono accorto che
bisognava decidere
finchè un bel giorno la carta d'identità
non mi ha rivelato la verità
non è il momento, non è il momento di scherzare
qui c'è un casino, un casino di cose da fare
ho superato, ho superato la metà
del mio viaggio e mi devo sbrigare
che c'è il mio secondo tempo e non voglio perderlo

perchè io un po' mi sento come all'inizio dello show
perchè è il mio secondo tempo e io voglio godermelo
perchè io, spero tanto che sia splendido

Finchè un bel giorno io non ho capito che era l'ora di scegliere
cose e persone che mi succhiavano via
anche soltanto un grammo di energia
buttare tutto, buttare quello che fa male
o perlomeno buttare quello che non vale
non vale niente o non vale almeno un'emozione
se non vale mi devo sbrigare
che c'è il mio secondo tempo e non voglio perderlo

perchè io un po' mi sento come all'inizio dello show
perchè è il mio secondo tempo e io voglio godermelo
perchè io, spero tanto che sia splendido

Quanti armadi da svuotare, quante cose da buttare
che sembravano importanti e invece non mi servono
quante occasioni perse da recuperare
quante carte da giocare
che c'è il mio secondo tempo e non voglio perderlo

perchè io un po' mi sento come all'inizio dello show
perchè è il mio secondo tempo e io voglio godermelo
perchè io, spero tanto che sia splendido